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L'OSPITEDa Berset alla Roche: i vaccini servono ma senza l'obbligo di massa

28.11.20 - 14:40
Luca Campana, presidente Life for Children
LUCA CAMPANA
Da Berset alla Roche: i vaccini servono ma senza l'obbligo di massa
Luca Campana, presidente Life for Children

LUGANO - Sicuramente la garanzia di sicurezza dei vaccini potrebbe essere messa in pericolo dalla presenza di conflitti d'interesse da parte di certi colossi, una di queste potrebbe essere rappresentata dal gruppo Roche di Christoph Franz che ha dichiarato in un’intervista alla Handelszeitung di essere «favorevole alla vaccinazione obbligatoria»; questo suo essere coinvolto verso interessi strategici profusi a mezzo stampa e a tutto interesse della propria industria farmaceutica non è fuori da un conflitto d'interesse e riporta in auge pure la problematica del finanziamento di riviste medico-scientifiche e le istituzioni pubbliche preposte al controllo e alla certificazione della sicurezza dei vaccini stessi.

Non c'è da dubitarne in alcun modo, nei decenni le prospettive di vita sono state incrementate anche grazie ai vaccini, le nazioni hanno ridotto notevolmente mortalità e morbosità. Malattie come Poliomielite, Difterite e Orecchioni in passato mortali oggi non lo sono più, unitamente alle migliorate condizioni igienico sanitarie e ambientali si è potuto aiutare in maniera importantissima a diminuire la mortalità soprattutto per bambini sotto i 5 anni, cosa che fa dubitare parte degli scienziati sulla obbligatorietà per meglio vincere in futuro un evento epidemiologico per ognuno dei sei stadi descritti dall'OMS senza l'introduzione delle vaccinazioni di massa obbligatorie.

Per una volta tanto sono d’accordo con il Consigliere Federale Alain Berset che ha affermato che non è previsto l’obbligo di farsi vaccinare. Commento il suo pragmatico e saggio, quindi per ora sembra diverrà una decisione che spetterà alle singole persone, buona garanzia di libertà individuale.

Anche se l’obbligo vaccinale ha garantito una efficace copertura contro pericolose malattie infettive nel passato, la vaccinazione dovrebbe essere e restare una responsabilità sociale, un dovere del cittadino e non un'imposizione coattiva; ora tuttavia non è particolarmente sentito il problema obbligatorietà; ma lo potrebbe divenire in futuro con altre epidemie veicolate a causa della dinamicità globalizzata in cui spesso interessi forti si intersecano con politiche sanitarie nazionali e le inquinano.

In ultima analisi ritengo che chi in tempi critici come quelli attuali, chi decidesse di non inocularsi il siero e non vaccinare i propri figli ha gravi responsabilità, ma la differenza la deve fare però la conoscenza del problema, le scuole e i Media dovrebbero concentrarsi molto sull'aspetto educativo di massa.

Il progresso avanza in ogni contesto, infatti il miglioramento delle condizioni ambientali è merito anche del nostro progresso sociale; tutte le cause biologiche e mediche con parte dei dati o dei grafici dovrebbero essere messe a disposizione e meglio alla collettività.

L’obiezione di coscienza alle vaccinazioni nasce dall’esigenza del singolo di essere libero di scegliere. Di fronte al dubbio circa la sicurezza dei vaccini, dovrebbe essere applicato il principio di precauzione presente nel Diritto Internazionale e non con uno Stato di polizia che ci potrebbe far regredire a tempi ormai desueti imponendoci con forza la "cura".

Sapere aude! Dobbiamo avere il coraggio di servirci della nostra intelligenza, questo in essenza il motto derivatoci dall'Illuminismo.

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