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L'OSPITENon si aiutano i lavoratori cancellando i diritti

06.05.20 - 16:19
Sindacato Unia
tipress
Non si aiutano i lavoratori cancellando i diritti
Sindacato Unia

LUGANO - I sindacati capiscono perfettamente l’eccezionalità della situazione e il suo impatto sul reddito dei lavoratori, ma la risposta non può essere un’ulteriore deregolamentazione e la cancellazione di diritti. La presa di posizione dell’Associazione svizzera fabbricanti mobili e serramenti (ASFMS) sezione Ticino è pertanto fuori luogo e contiene accuse infondate, che Unia respinge al mittente con fermezza.

L'ASFMS aveva chiesto alle parti contraenti di entrare in discussione su alcune deroghe al CCL per recuperare i ritardi accumulati nelle settimane di chiusura forzata a causa della pandemia di coronavirus, dichiarando una presunta volontà dei lavoratori di lavorare di più il sabato e di sera

per compensare quel 20% di salario perso in regime di lavoro ridotto. Il tutto senza concedere i supplementi previsti dal CCL e con la possibilità di far saltare le ferie collettive di agosto (previo consenso dei lavoratori)

Il sindacato Unia dopo aver registrato lo scetticismo della propria base e ottenuto il mandato per negoziare una soluzione più equilibrata, ha elaborato (d’intesa con OCST) una proposta in cui si ponevano dei chiari paletti alle deroghe: numero massimo di sabati e pagamento di tutti i supplementi previsti, anche per il lavoro serale e notturno, blocco di ogni licenziamento per tutta la durata delle disposizioni eccezionali. Ma la risposta dell’ASFMS è stata l’abbandono del tavolo negoziale dopo 5 minuti di discussione.

La volontà del padronato, come confermano anche le recenti proposte dell’USAM, è evidentemente quella di far pagare la crisi ai lavoratori, deregolamentando tempo e condizioni di lavoro e liberandosi degli obblighi retributivi previsti dai CCL. A queste condizioni i falegnami e il sindacato dicono un chiaro NO. Gli introiti aziendali non vanno salvaguardati colpendo la qualità di vita e i diritti dei salariati!

Servono soluzioni di tutt’altro tipo, che, contrariamente a quanto sostiene l’ASFMS, Unia ha già avuto modo di avanzare. Proprio in materia di tutela dei redditi, chiediamo per esempio che in regime di lavoro ridotto sia garantita una compensazione del 100 per cento del salario per tutti i redditi fino a 5000 franchi netti o che alle aziende beneficiarie di aiuti statali si applichi il divieto di licenziamento.

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