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L'OSPITEGuardare oltre la pandemia: cinque proposte per rilanciare l’economia del Cantone

04.05.20 - 12:30
Leonardo Bussi, UDC Lugano
Leonardo Bussi
Guardare oltre la pandemia: cinque proposte per rilanciare l’economia del Cantone
Leonardo Bussi, UDC Lugano

Con l’ormai costante e tanto atteso calo dei contagi e dei decessi è giunto il momento di guardare avanti e di pensare a curare i gravi danni che le misure di contenimento hanno purtroppo creato nel tessuto sociale della Svizzera e del Ticino.

Lancio quindi su tio.ch le seguenti idee, nella speranza che il Consiglio di Stato voglia far propri alcuni di questi suggerimenti per la ripartenza dell’economia cantonale:

    • Concedere un credito di imposta straordinario di 3000 CHF per ciascun nucleo famigliare, con reddito annuo non superiore a 150.000 CHF, usabile nei confronti di qualsiasi imposta/multa/tassa, relativa alle annualità 2020 od antecedenti, per aiutare le famiglie a far quadrare i conti;
    • Sospensione del rilascio di tutti i permessi G per 18 mesi, per dar tempo al mercato del lavoro di guarire ed ai residenti che hanno perso il lavoro durante la pandemia di ritrovarlo;
    • Previsione a favore di alberghi, bar e ristoranti di una moratoria fiscale per l’annualità 2020, annullando ogni prelievo fiscale (sostanza e reddito), a condizione del mantenimento del 100% dei posti di lavoro di residenti dichiarati nel 2019;
    • Riapertura immediata di eventi sportivi, concerti, cinema, teatri e raduni, a condizione che a tutti i partecipanti, insieme al biglietto, venga consegnata una mascherina, con l’obbligo di indossarla durante tutto lo spettacolo;
    • Riapertura immediata di chiese e funzioni religiose. Perché è proprio in questi momenti difficili che l’essere umano ha più bisogno della voce e dell’amore di Dio.

Le misure che propongo dovrebbero essere finanziate da contributi straordinari a livello federale e non solo dal cantone, in quanto i danni causati dal COVID-19 sono sistemici e necessitano di una risposta sistemica.

Ove la copertura federale non arrivasse in tempo o non fosse sufficiente, si dovrebbe approfittare del basso livello di tassi di interesse per richiedere un finanziamento adeguato alle banche.

I moltiplicatori dovrebbero invece rimanere invariati almeno fino al 2023. Il compito del Cantone e dei Comuni in questa fase deve infatti essere quello di lasciare molti più soldi del normale nelle tasche di aziende e residenti, al fine di agevolare la ripartenza.

Abbiamo bisogno di leadership e di coraggio. Abbiamo bisogno che la grande politica (quella fatta di ideali, di scelte difficili e del coraggio di indicare la via anche rischiando la faccia) torni al centro della scena.

La scienza (nella persona di virologi, medici, infermieri e di tutto il personale sanitario) ci ha resi orgogliosi e grati, dando prova di grande competenza e di spirito di sacrificio. Ora tocca nuovamente alla politica raccogliere il testimone e tracciare con decisione una nuova rotta che bilanci adeguatamente esigenze sanitarie ed esigenze economiche, ponendo in essere solo quei provvedimenti sanitari che siano ragionevoli, proporzionati ed effettivamente indispensabili al contenimento del virus.

Non possiamo infatti illuderci che un cantone grande come il Ticino possa essere gestito come un reparto ospedaliero, dove i pazienti possano essere isolati e monitorati in ogni momento. Sarebbe un’illusione pericolosa, che ci porterebbe solo miseria e sofferenza. Il Ticino ha invece bisogno di tornare a lavorare ed a produrre in ragionevole sicurezza, con la forza e l’ostinata determinazione tipiche della nostra gente.

Dobbiamo salvare aziende e posti di lavoro, conservare le nostre eccellenze tecnologiche e produttive e spingere l’acceleratore a tavoletta sulla ripartenza economica del Cantone, approfittando del rinnovato interesse internazionale per la Svizzera quale rifugio ideale in tempi di crisi.

Perché, purtroppo, il COVID-19 è solo l’ultimo di una lunga lista di problemi e di sfide che il Ticino deve affrontare in questi anni e non possiamo illuderci che, con l’arrivo del COVID-19, tutto il resto sia sparito.
Quei problemi e quelle sfide (libera circolazione, competitività intercantonale, piazza finanziaria, sviluppo di commerci e turismo, riforma del mercato del lavoro) sono ancora lì che ci aspettano. Alcuni purtroppo, come la crisi dell’Aeroporto di Agno, sono già finiti nel peggiore dei modi.

Dobbiamo dunque ripartire subito, ripartire tutti, senza lasciare nessuno indietro.

Prendendo quegli accorgimenti sanitari che siano ragionevoli, proporzionati ed oggettivamente indispensabili.

Il COVID-19 ci ha fatto sentire tutti vulnerabili e potenzialmente in pericolo. Dobbiamo ora, tutti insieme, scacciare la paura e riprendere il controllo della nostra vita.

È indubbio che le misure di contenimento avranno un impatto negativo sulla performance della nostra economia. Tuttavia quanto questo impatto sarà profondo dipenderà in non piccola parte dalle scelte che saranno prese nei prossimi giorni e settimane.

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