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L'OSPITESolo la fine della libera circolazione può ridare un futuro al Ticino

20.02.20 - 17:03
Lega dei Ticinesi
tipress
Solo la fine della libera circolazione può ridare un futuro al Ticino
Lega dei Ticinesi

La Lega dei Ticinesi prende atto senza sorpresa degli ultimi, sconcertanti dati ufficiali relativi ai frontalieri in Ticino, che ormai sono quasi 70mila di cui la metà attiva nel terziario (in barba alle storielle sui “lavori che i ticinesi non vogliono fare). Ed è specialmente nel settore terziario che il numero dei permessi G continua a crescere in modo sconsiderato, a scapito dei lavoratori ticinesi.

L’aumento dei frontalieri in Ticino è debordante. Più 10% nel corso del 2019. Da notare che i dati ufficiali non comprendono il fenomeno, che pure esiste e certamente non è irrilevante, dei frontalieri presenti in nero sul nostro territorio.

La situazione sul mercato del lavoro ticinese è chiaramente insostenibile. 70mila frontalieri in un Cantone di 350mila abitanti costituiscono un quantitativo che non risponde ad alcuna necessità economica. Il fenomeno della sostituzione si fa sempre più plateale. Le conseguenze sono manifeste. Il tasso di disoccupazione ILO in Ticino è dell’8.1% contro il 5.1% della Lombardia. Le persone in assistenza, nel nostro Cantone, sono oltre ottomila, mentre il numero dei sottoccupati è raddoppiato nel giro di un decennio.

A fronte di queste cifre inquietanti , tocca ancora sentire la propaganda di regime dell’IRE, Istituto ricerche economiche, il quale vorrebbe far credere ai ticinesi che la disoccupazione sarebbe un’invenzione di certa politica. E intanto, chissà come mai, i giovani continuano a fuggire dal nostro Cantone… Per questa situazione ci sono dei precisi responsabili: ossia la partitocrazia PLR-PPD- PSS, Verdi ovviamente
inclusi. Questa maggioranza politica euroturbo ha spalancato le frontiere all’invasione da sud per il tramite della libera circolazione delle persone. E adesso sogna di trasformare la Svizzera in una colonia dell’UE sottoscrivendo l’accordo quadro istituzionale.

Chiediamo al DFE se ritiene normale questa situazione e se basta organizzare conferenze sulla “responsabilità sociale delle aziende” per raggiungere l’obiettivo di difendere gli interessi delle lavoratrici e dei lavoratori residenti in Ticino.

Al Partito socialista e a tutta la galassia di sinistra chiediamo se sia giusto continuare a mettere al centro del dibattito politico sempre e ovunque il solito refrain del cambiamento climatico, senza preoccuparsi anche dell’inquinamento che quasi 68mila frontalieri provocano arrivando e spostandosi in Ticino. Il 17 maggio i cittadini avranno la possibilità di mettere la parola fine allo scempio del mercato del lavoro ticinese provocato dalla partitocrazia PLR-PPD-PS /Verdi, votando un Sì deciso all’iniziativa “per un’immigrazione moderata” (iniziativa per la limitazione).

Solo tramite disdetta della libera circolazione delle persone il Ticino potrà tornare a sperare nel futuro. In caso contrario, il destino del nostro Cantone è segnato: tornerà ad essere terra di emigrazione, come ai tempi dei nostri trisavoli. Per questo scempio, i ticinesi sappiano chi ringraziare!

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