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L'OSPITEAperture dei negozi, un parto difficile ma non possiamo tornare indietro

17.02.20 - 13:30
Tiziano Galeazzi, Deputato UDC in Gran Consiglio e Consigliere comunale Lugano
Tiziano Galeazzi
Aperture dei negozi, un parto difficile ma non possiamo tornare indietro
Tiziano Galeazzi, Deputato UDC in Gran Consiglio e Consigliere comunale Lugano

L'economia e il lavoro sono le basi per ogni comunità. In Canton Ticino e a Lugano bisogna guardare alle condizioni dei numerosi operatori commerciali e capire che occorrono misure importanti sul fronte dell'occupazione e dello sviluppo economico per non disperdere la ricchezza e le energie del nostro territorio. Non possiamo permetterci perdite di tempo e prese di posizioni anacronistiche a sfavore del commercio e parte del tessuto produttivo delle nostre città.

Oggi facciamo i conti con una economia sempre più indebolita dalla speculazione e dalla concorrenza spietata dei paesi confinanti e delle vetrine online. Da tempo sappiamo che sono cambiate le abitudini di consumo dei cittadini ma non abbiamo intrapreso le giuste misure per rispondere a questa vera e propria rivoluzione col rischio di creare ulteriori danni all'economia nostrana.

In questi giorni si è creata una polemica sulla nuova legge che riguarda gli orari di apertura dei negozi e sulle zone considerate "turistiche", quindi agevolate per le aperture estive e flessibili. È pazzesco che nel 2020 si debba litigare ancora per accorgimenti e adeguamenti che in altri paesi attorno a noi hanno superato da 30 anni minimo.

La nuova legge è una buona opportunità richiesta da molti commercianti, ovvero da coloro che hanno capito che se non si interviene si rischia di chiudere "baracca" e licenziare cosi il proprio personale. Ciò che si permette è l'estensione dell'orario di apertura dei negozi e non è una imposizione. Con queste misure si risponde alle esigenze dei consumatori e si cerca di dare respiro agli operatori ingiustamente ostacolati da restrizioni inutili e dannose. Nessuno vuole toccare il tempo libero e la vita privata di coloro che lavorano nel settore ma non possiamo chiudere gli occhi di fronte a una crisi importante di un settore vitale. Basta guardare le saracinesche abbassate e non più aperte in questi ultimi anni, tra caro affitti ed guadagni dimezzati.

Dobbiamo guardare oltre e capire che ciò può aiutare l'economia locale a sollevarsi. Non possiamo permetterci la perdita di altri posti di lavoro solo per assecondare una visione del sindacato - in questo caso UNIA - ostruzionista a tutto quanto possa generare maggior benessere, posti di lavoro e indotto.

Lugano e Canton Ticino hanno bisogno uno sguardo lungimirante. Le nuove disposizioni sono una valida occasione per rilanciare l’intero settore del commercio nostrano. È il momento di dare ossigeno al nostro Cantone.

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