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L'OSPITEAnziani sì, scemi no!

27.01.20 - 08:54
Rosanna Camponovo-Canetti, Consigliera Comunale PS Locarno
Ti Press
Anziani sì, scemi no!
Rosanna Camponovo-Canetti, Consigliera Comunale PS Locarno

Ve la ricordate Bianca, l’ottantaquattrenne anziana sì, ma mica scema? Ebbene, pensa di dover entrare presto in casa per anziani. E’ molto preoccupata per quanto legge e sente.

«Nelle case per anziani (CPA) sempre meno personale, sempre più compiti e sempre meno tempo per svolgerli.

Misure di risparmio, frenetica rincorsa al profitto nel privato e nel pubblico.

Direttori che vanno e vengono, malversazioni, arresti clamorosi, maltrattamenti e video camere nelle stanze.

Personale che denuncia un profondo e diffuso malessere. Costantemente sotto stress, stanco, con problemi fisici e psichici, con tempo insufficiente da dedicare ai pazienti.

Mancate sostituzioni con conseguenze negative anche sulla qualità della vita famigliare e sociale e conseguente messa a rischio a volte anche della sicurezza dei pazienti….».

Nella maggior parte dei settori della sanità manca personale. Questo succede da molti anni e la politica di austerità ne aggrava la situazione. Per economizzare si taglia sul personale. Tutti gli anziani e non solo quelli fragili, meritano servizi accoglienti, personale, aggiornato, competente, che possa lavorare serenamente e con condizioni di lavoro dignitose, una direzione pronta a relazionarsi con la terza e la quarta età e non solo esperta di piani contabili e logistici!

Bianca mi riferisce che i costi di soggiorno nelle case per anziani, possono quadruplicare da un istituto all’altro, che Mister Prezzi raccomanda alle autorità competenti dei Cantoni di stabilire un metodo univoco di calcolo, di svolgere analisi regolari, di controllare i costi, per evitare che vengano fissate tariffe di pensione e assistenza superiori alla copertura reale dei costi.

Mi chiedo se lo Stato non ha forse perso il controllo? Una situazione sconcertante se penso che spesso la persona non può nemmeno scegliere in quale casa di riposo andare!

Spiego a Bianca che sempre da più parti oggi la CPA viene considerata come luogo di vita prima che luogo di cura, con al centro il rispetto della persona, tenendo cioè conto di tutte le sue esigenze e specificità, anche se con alcuni possibili margini di miglioramento, ma, malgrado le mie parole, lei esprime la chiara volontà di voler restare al proprio domicilio il più a lungo possibile.

La CPA è per lei associata ad un’immagine negativa e remota, mentre l’ipotesi di un trasferimento in un appartamento a misura di anziano l’avrebbe convinta di più anche se questa soluzione è per lei troppo tardi, ormai! La invito però a rimanere almeno fiduciosa e solidale con il personale delle CPA: esso merita la nostra riconoscenza, ammirazione e solidarietà perché malgrado tutto, finora, continua a svolgere la professione con dedizione e umanità. Interroghiamoci su che tipo di accompagnamento desideriamo per le persone anziane, inspirandoci magari ai principi semplici esistenti in altre culture. Affrontiamolo senza tabou e con maggiore sensibilità, diamo risposte chiare ai legittimi interrogativi dei famigliari che già oscillano tra benevolenza e sensi di colpa. Rimbocchiamoci le due maniche, ci concerne tutti. Gli over 60 sono molti.Vogliamo essere o no una città amica degli anziani? Grazie.

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