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L'OSPITEAttacco costante alla responsabilità politica

17.01.20 - 12:30
Paolo Ortelli, granconsigliere
PLR
Attacco costante alla responsabilità politica
Paolo Ortelli, granconsigliere

Iniziativa generica per la modifica della legge sull’Ente ospedaliero cantonale. “Consiglio d’amministrazione dell’EOC: basta la ripartizione delle poltrone tra PLRT, Lega. PPD e PS. Ecco, l’uovo di Colombo MPS-POP-Indipendenti per “risolvere” e ancora una volta appagare l’emotività legata alle recenti vicende di rielezione dei membri del CDA dell’Ente ospedaliero cantonale. Membri che a oggi, lo ricordiamo, sono nominati dal Gran Consiglio su proposta del Consiglio di Stato secondo l’articolo 13 della Legge sull’Ente ospedaliero cantonale.

La ricetta di Pronzini e compagni sembra essere così semplice da affascinare, e qualche deputato in commissione, in una recente audizione, sembra già aver abboccato.

In estrema sintesi si vorrebbe che i seggi vengano attribuiti nella seguente modalità:

1 seggio in rappresentanza del Consiglio di Stato (il Capo dipartimento o altro membro)

2 seggi in rappresentanza del personale (eletti a scrutinio segreto da assemblea del personale)

4 seggi per donne e uomini con esperienza e competenza in ambito sanitario e ospedaliero (candidatura libera a concorso pubblico).

Tutto bene? Non credo proprio. Infatti sono molte le implicazioni che stanno dietro a questa volontà di cambiare paradigma.

In generale siamo di fronte all’ennesimo atto di delegittimazione della politica e del suo ruolo, tanto da farmi pensare che, in questo Cantone, ormai si sia definitivamente deciso di vivere la politica come un male necessario senza chiedere e pretendere dalla stessa che si assuma a pieno le responsabilità affidagli ai diversi livelli istituzionali dai cittadini. Una politica, e una certa parte del parlamento, che spende più tempo ed energie nel delegittimare il lavoro e la ricerca di soluzioni di consenso, che a dedicarsi anima e copro ai veri problemi del sistema paese.

Ma andiamo con ordine. In primo luogo con questa richiesta si danno per scontate perlomeno tre cose:

    • la prima è che il Consiglio di Stato, di fatto non sia in grado di designare candidati adeguati e competenti. Bel atto di fiducia nella politica.
    • la seconda è che la definizione di una competenza adeguata in un qualche modo debba e/o possa essere di esclusiva pertinenza tecnica (in questo caso tecnica medico sanitaria) dimenticandosi come essere membro di un CDA implichi tutta una serie di a competenze altre trasversali prevalentemente legate al management ed alle esperienze personali proprio spesso importanti perché sviluppate in altri ambiti.
    • la terza è che un simile cambiamento di paradigma, che come detto sancirebbe una definitiva sconfitta delle politica, non potrà che comportare l’estensione di questa logica ad altri contesti simili di elezione i CDA in Enti d’interesse e di partecipazione pubblica. Un’ implicazione di non poco conto.

Abbiamo veramente tutti definitivamente rinunciato alla speranza che la politica riesca ancora a trovare le migliori, perché condivise e praticabili, soluzioni possibili? Non è forse più logico pretendere dalla stessa un maggior rigore senza proporre quale unica soluzione il suo continuo scavalcamento?

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