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L'ospiteLa Confederazione sorvegli maggiormente i confini!

18.12.19 - 15:41
Marco Romano, consigliere nazionale PPD
Keystone
La Confederazione sorvegli maggiormente i confini!
Marco Romano, consigliere nazionale PPD

Durante un’ora di dibattito di attualità, il Consiglio nazionale ha stamane discusso dell’evoluzione della criminalità transfrontaliera. Il fenomeno è presente tanto in Ticino quanto a Ginevra e San Gallo, e relativizzarlo tramite statistiche non genera soluzioni né tantomeno rassicura le cittadine e i cittadini che vivono lungo il confine.

Servono risposte e un maggiore impegno diretto da parte della Confederazione. È evidente che la Svizzera rappresenti un bersaglio interessante e facile da raggiungere. In Parlamento vi è chi se la prende con accordi internazionali e chi, come il PPD, chiede interventi pratici e diretti, senza mai rinunciare a votare poi i mezzi per realizzarli. Non è rescindendo accordi internazionali che queste bande criminali si fermeranno; anzi la collaborazione, oggi definita molto buona da chi opera sul terreno ad esempio con le forze di polizia italiane, si complicherebbe solo. Servono fatti, non retorica politica.

Cosa vogliamo? Vogliamo che il Corpo delle Guardie di confine intensifichi l’attività di controllo delle persone che si muovono lungo il confine. La densità dei controlli va aumentata e per farlo servono maggiori effettivi. Questi dipendono dai mezzi finanziari a disposizione e proprio chi continua a fomentare strumentalmente la discussione propone ogni anno di tagliare i crediti. L’attuale riforma nell’Amministrazione federale delle dogane desta preoccupazione dal lato operativo, va ascoltato maggiormente chi ha esperienza e non va relativizzato l’impegno in ambito di protezione del confine a discapito dell’approccio amministrativo. Mezzi finanziari aggiuntivi vanno poi investiti nelle nuove tecnologie che permettono di filmare e registrare tutti gli spostamenti al confine, sia sulle strade sia nel verde. La digitalizzazione aumenta le possibilità di controllo, urge investire e per farlo Berna deve approvare i crediti necessari. Ce lo conferma chi opera sul terreno: questi criminali scelgono il confine verde per muoversi, non bisogna perdere risorse ed energie pensando solo a barriere.

Più personale, più risorse, più controlli, più telecamere, apparecchi multifunzionali di controllo/riconoscimento e sistemi automatici di allarme, vanno accompagnati da un’intensificazione del lavoro di intelligence con le forze di polizia limitrofe. La polizia federale deve impegnarsi maggiormente in questo settore. Chi entra, commette crimini e poi torna subito in Italia va fermato in anticipo (e la Polizia ticinese ha mostrato di saperlo fare), rispettivamente va ricercato e perseguito in tempo rapidi.

L’evoluzione dell’ultimo anno impone una reazione da Berna. Sappiamo bene come in questo ambito servano segnali forti che diano un effetto dissuasivo. La popolazione lo attende e la Confederazione deve mostrare maggiore attenzione.

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