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L'OSPITEUSI E SUPSI: bene ma non benissimo, attenti ai costi e priorità ai Ticinesi

10.12.19 - 12:00
Massimiliano Robbiani Deputato Lega dei Ticinesi
TiPress - foto d'archivio
USI E SUPSI: bene ma non benissimo, attenti ai costi e priorità ai Ticinesi
Massimiliano Robbiani Deputato Lega dei Ticinesi

USI e SUPSI hanno un ruolo importantissimo nel panorama formativo ticinese. La loro ottima reputazione non deve però essere all’origine di superamenti delle aspettative finanziarie. In particolare l’USI ha richiesto di poter ammorbidire il plafonamento del contributo cantonale e ciò perchè è uscita perdente dalle modifiche decise a livello federale sul finanziamento delle piccole università.

Come per qualunque attività economica, anche privata, la proposta di servizi deve essere costruita sulla base del finanziamento disponibile. A maggior ragione quando vi è un contributo pubblico coinvolto. È una questione di responsabilità nei confronti dei cittadini che ci mettono i soldi. Pur comprendendo le preoccupazioni, occorre confermare l’importo versato dal Cantone, perchè l’USI deve essere in grado di calibrare la propria offerta e le proprie spese di funzionamento sulla base del credito disponibile senza adagiarsi sul paracadute di ulteriori entrate supplementari. Vi è poi la questione legata alla percentuale di studenti esteri presenti nella nostra università che è nettamente superiore a quella indicata nel contratto di prestazione.

Se da un lato è assolutamente comprensibile che restrizioni non siano applicate fintanto che il limite massimo di capienza scolastica non è raggiunto, dall’altra occorre sin d’ora ben capire che verrà il giorno in cui la regola dovrà diventare effettiva. Occorre prepararsi e già ipotizzare delle soluzioni non drastiche ma che vadano a ripristinare quello che Consiglio di Stato e Parlamento hanno previsto. Inoltre, bisogna porre attenzione anche alla presenza di circa il 30% di studenti stranieri alla SUPSI per favorire l’accesso alla formazione erogata sul territorio ticinese ai ticinesi stessi che, tra l’altro, la finanziano. In conclusione, deve essere posta altrettanta attenzione alla presenza di docenti stranieri. È pacifico che in un contesto universitario il confronto ed il contributo di “menti” provenienti da altre realtà porta grande ricchezza alla formazione proposta. Ciò non toglie che si deve pensare di richiamare in Ticino i cervelli ticinesi che attualmente insegnano all’estero, o oltre Gottardo. Inoltre, per alcune discipline la disponibilità di potenziali docenti ticinesi perfettamente formati deve essere valorizzata.

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