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L'OSPITEUn tetto ai salari dei dirigenti pubblici

15.10.19 - 06:00
Raoul Ghisletta, granconsigliere Ps
tipress
Un tetto ai salari dei dirigenti pubblici
Raoul Ghisletta, granconsigliere Ps

L’iniziativa parlamentare del 2.11.2015, che sarà discussa dal Gran Consiglio ticinese nella seduta del 15 ottobre 2019, chiede la modifica dell’art. 15 della Costituzione cantonale allo scopo di regolamentare gli stipendi massimi dei dirigenti degli enti pubblici, parapubblici e sussidiati.

L’iniziativa chiede al Consiglio di Stato di emanare delle direttive vincolanti, in modo che in ogni caso il massimo salariale (comprensivo di eventuali indennità e bonus) non superi quello in vigore presso il Cantone, tenuto conto del tipo di funzione: stiamo parlando di 222'000 fr all’anno, ossia 17'000 fr per tredici mensilità.

Si tratta complessivamente di allineare gli stipendi delle varie tipologie di dirigenti a quelli previsti dal nuovo Regolamento concernente le funzioni e classificazioni dello Stato (Canton Ticino).

Le direttive salariali devono valere per il Cantone, per gli enti pubblici cantonali e per i dirigenti di enti sussidiati dallo Stato. Lo scopo della modifica costituzionale è di evitare che gli enti pubblici e gli enti privati sussidiati dal Cantone accordino privilegi e versino stipendi esagerati ai loro dirigenti.

Va chiaramente sottolineato come la situazione salariale dei dirigenti di queste strutture sia sovente incontrollabile a causa della protezione dei dati. La situazione economica attuale in Ticino, dove un numero importante di cittadini non hanno lavoro e dispongono di redditi insufficienti per vivere autonomamente, impone di regolamentare questo spinoso ambito: occorre eliminare il rischio di scandalose derive salariali almeno nel settore pubblico e parapubblico.

È triste che solamente una minoranza commissionale rosso-verde appoggi l’iniziativa parlamentare in questione: infatti la maggioranza di centro-destra si accontenta dell’intenzione del Governo di fissare a Banca Stato, AET, ACR e EOC due piccole insignificanti regolette, come la percentuale massima di salario variabile (che potrà arrivare a ben il 50%!!!) e la percentuale massimo di prestazioni accessorie (massimo 10%). La maggioranza commissionale e il Governo non propongono alcun tetto salariale massimo: che presa in giro della popolazione.

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