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L'OSPITEPer un Ticino in cui imparare, lavorare e abitare

26.09.19 - 16:25
Giovani liberali radicali ticinesi
tipress (archivio)
Per un Ticino in cui imparare, lavorare e abitare
Giovani liberali radicali ticinesi

In occasione della giornata europea delle lingue, proclamata dal Consiglio d’Europa nel 2001, i Giovani Liberali Radicali Ticinesi ritengono importante – dopo aver presentato nel febbraio 2019 alla Commissione scolastica del Parlamento (ora Commissione formazione e cultura) i propri cinque punti per mettere in pratica la mozione e la petizione per potenziare l’insegnamento del tedesco nelle scuole ticinesi – coinvolgere la popolazione sull’importanza della prima lingua nazionale.

Il DECS, rispondendo alla mozione dei deputati PLR Alessandra Gianella e Fabio Käppeli, ha risposto con poca lungimiranza sottraendosi dal suo compito di proporre soluzioni, interpretando studi e tabelle a proprio vantaggio e relativizzando l’importanza del tedesco. GLRT ha quindi ritenuto doveroso proporre le cinque proposte seguenti che vogliono concretizzare la mozione per offrire ai giovani una sufficiente conoscenza del tedesco. Ciò favorisce la coesione nazionale e facilita anche gli scambi professionali.

1) Insegnamento del tedesco subito dalla prima media: il giovane potrà iniziare il nuovo ciclo di studi con la nuova lingua; oggi purtroppo si inizia il tedesco in seconda media per poi passare subito ai “livelli” in terza media, senza tuttavia avere una conoscenza di base solida. In merito alla griglia oraria, per GLRT l’aumento delle ore non è un tabù, altrimenti qualcuno dovrà sacrificarsi. GLRT ha fatto le sue riflessioni in questo senso arrivando a proporre di unificare, in prima media, le ore di educazione alle arti plastiche con quelle di visiva (insegnate a semestre alternati), destinando le due ore così ricavate al tedesco. GLRT è attenta alla formazione professionale e ritiene che l’orientamento scolastico attuale vada migliorato, motivo per cui anche senza questa misura devono essere potenziate le opportunità di stage e la conoscenza effettiva delle diverse realtà professionali nel ciclo dell’orientamento.

2) Corsi dopo-scuola alle scuole elementari co-finanziati dal Cantone per il 75%: anticipare lo studio del tedesco permette ai giovani di fare amicizia col tedesco e crescere con una “mente bilingue”; l’introduzione del tedesco nei dopo-scuola permetterebbe di prendere conoscenza da subito della lingua di Goethe, migliorando anche tante altre abilità cognitive.

3) Formazione di docenti di disciplina al DFA per poter introdurre il tedesco in quinta elementare entro 5 anni: nel resto della Svizzera, come previsto dal concordato HarmoS, la prima lingua straniera è insegnata in terza elementare e la seconda lingua in quinta elementare. Con la formazione di docenti di disciplina si potrà anticipare l’insegnamento del tedesco garantendo una formazione di qualità. Altrimenti la risposta sarà ancora la stessa: “ci mancano i docenti”.

4) Sperimentazioni volontarie in alcune scuole dell’infanzia dell’insegnamento bilingue del tedesco: come avviene a Berna con grande interesse, i genitori avrebbero la possibilità di iscrivere il proprio figlio in modo assolutamente volontario a una sezione di scuola dell’infanzia bilingue.

5) Potenziare l’insegnamento bilingue nei licei e introdurre il tedesco nelle scuole professionali in cui manca (!): proponiamo di introdurre questo tipo di insegnamento anche nei licei (oggi solo alla SCC Bellinzona viene insegnato in tedesco e francese). A livello professionale, invece, non tutti gli apprendistati prevedono il tedesco quale materia: sapendo che il tedesco è la lingua più parlata sul posto di lavoro e più richiesta dai datori di lavoro per l’assunzione, riteniamo indispensabile introdurre il tedesco anche nelle professioni che oggi sono private dell’insegnamento della nostra
prima lingua nazionale.

Secondo Alessandro Spano, candidato al Consiglio nazionale per il PLR, “il plurilinguismo fa parte del patrimonio elvetico e nel mondo del lavoro, cantonale e federale, per noi ticinesi è un valore aggiunto”. Il dibattito è fatto di proposte, e se il DECS non propone soluzioni, GLRT non si sottrae e porta con convinzione delle misure concrete per un Ticino in cui imparare, lavorare ed abitare. Ci auguriamo che il DECS si sieda seriamente al tavolo per discutere di proposte tralasciando il solito “bello ma non si può fare”. È arrivato il momento: #facciamolo!

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