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L'OSPITEMoratoria sulla pernice bianca: un'entrata a gamba tesa mai dibattuta nelle opportune sedi

17.07.19 - 09:16
Stefano Fraschina, Consigliere Comunale Lega dei Ticinesi, Blenio
TiPress - foto d'archivio
Moratoria sulla pernice bianca: un'entrata a gamba tesa mai dibattuta nelle opportune sedi
Stefano Fraschina, Consigliere Comunale Lega dei Ticinesi, Blenio

Le voci e gli spifferi hanno purtroppo trovato conferma. Il Consiglio di Stato ha diramato le disposizioni inerenti la stagione venatoria 2019 inserendo inopinatamente e soprattutto senza un preliminare ed auspicabile confronto con tutte la parti in causa, la moratoria (tradotto chiusura definitiva...) sulla pernice bianca. Considero i metodi utilizzati dal Capo del Dipartimento del Territorio nell'imporre tale decisione assolutamente fuori luogo ed inaccettabili.

Premesso che grazie all'impegno ed alla dedizione da parte della FCTI ad un dialogo costruttivo con le autorita' cantonali e tutti gli attori coinvolti direttamente ed indirettamente con l'attivita' venatoria, negli ultimi anni si e' sempre trovato un compromesso accettabile e condiviso, probabilmente anche frutto di inevitavili concessioni da ambo le parti. Questa decisione, si smarca decisamente sia per i modi (in pratica un fulmine a ciel sereno sia per l'Ufficio caccia e pesca sia per i vertici FCTI...), sia per la tempistica, e soprattutto mai all'ordine del giorno nelle opportune sedi, prima delle decisioni definitive in merito al regolamento d'applicazione 2019.

Una virata protezionistica "giustificata" dal surriscaldamento climatico che comporterebbe un fuggi fuggi generale di pernici bianche verso il freddo nord, indicando che la specie in questione e' inclusa nella lista rossa degli uccelli nidificanti minacciati in Svizzera. Assolutamente fuorviante inoltre la nota governativa che evidenzia i contenuti del Codice Etico approvato durante l'Assemblea federativa della FCTI, i cui scopi sposerebbero in un certo senso tale improvvida decisione! Nulla di tutto cio', e ci mancherebbe altro! Questa purtroppo e' disinformazione allo stato puro.

Una visione decisamente opinabile e comunque da verificare e studiare su un determinato periodo temporale, prima di imporre restrizioni definitive che rischiano di minare delicati equilibri gestiti e monitorati negli anni. (Solo per fare un esempio, fisiologicamente, aumentera' la pressione venatoria nei confronti del fagiano di monte, con tutte le conseguenze del caso...).

Va inoltre sottolineato il fatto che le chiusure e le moratorie, concetti tanto cari a verdi ed ambienti protezionisti, spesso e volentieri non portano i frutti sperati o auspicati, conseguentemente la tematica va analizzata e studiata molto piu' ad ampio raggio. (Francolino di monte e coturnice insegnano...).

Sarebbe stato molto piu' elegante e lungimirante confermare le disposizioni attualmente in vigore ed a stagione venatoria conclusa chinarsi sulla questione, confrontandosi e cercando una soluzione condivisa e non forzata ed unilaterale. Ora purtroppo, a medio termine, ci aspettiamo le conseguenze di questa "entrata a gamba tesa" sulla caccia bassa, perche' conoscendo gli ambienti ostili all'attivita' venatoria, posso immaginare che non attendevano altro per passare al contrattacco con ulteriori restrizioni o addirittura richieste di chiusura.

La FCTI ed il mondo venatorio ticinese, delusi ed amareggiati, ingoieranno forse l'amaro boccone, seriamente preoccupati per i modi utilizzati nell'imporre decisioni che meriterebbero ben altre analisi ed approfondimenti, ma resteranno favorevoli ed aperti alla ricerca di soluzioni condivise a tutela di equilibrio, del territorio e delle popolazioni di selvaggina presenti nel Canton Ticino.

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