Cerca e trova immobili

L'OSPITESciopero delle donne: facciamo sentire anche la nostra voce

11.06.19 - 11:30
L’Associazione ticinese famiglie monoparentali e ricostituite (ATFMR)
KEYSTONE/KPINL KPAPA KPPA (MARTIAL TREZZINI)
Sciopero delle donne: facciamo sentire anche la nostra voce
L’Associazione ticinese famiglie monoparentali e ricostituite (ATFMR)

L’Associazione ticinese famiglie monoparentali e ricostituite (Atfmr) sostiene lo sciopero delle donne del 14 giugno e ne condivide le motivazioni contenute nell’appello lanciato dal gruppo organizzatore della manifestazione.

In particolare l’Atfmr desidera puntare l’attenzione su alcuni punti che risultano particolarmente dolenti per tutte le donne, e lo sono in misura ancor più grave per le mamme separate, divorziate o vedove. L’invito è: Partecipare, facciamo sentire anche la nostra voce!

Lavoro di cura, crescita, educazione dei figli e lavoro domestico

Ancora oggi non vi è la percezione del valore di cura, crescita ed educazione dei figli svolto nella stragrande maggioranza dei casi dalle donne. La mole di lavoro, famigliare e professionale, è onerosa, così come il carico mentale e organizzativo che ne deriva. Questi aspetti sono ancora più eclatanti nel caso delle mamme che crescono i loro figli da sole che rappresentano l’85% delle famiglie monoparentali.

Il lavoro domestico viene svalorizzato al punto da diventare invisibile. Basti pensare al calcolo dei contributi di mantenimento in caso di separazione, nel quale il lavoro domestico di fatto non esiste.  

L’ATFMR si augura che la collettività tenga conto delle esigenze di tutti i genitori che desiderano meglio conciliare la vita famigliare e lavorativa. Anche quelle di quei padri a cui viene negato il tempo parziale, misura che permetterebbe una maggior condivisione sia del lavoro di cura e crescita dei figli che del lavoro domestico.

Disparità salariali

Le donne in Svizzera guadagnano quasi il 20% in meno degli uomini. In quasi la metà dei casi non vi sono elementi oggettivi che giustifichino questa differenza. Per le donne separate o divorziate con figli è chiaro come questa renda ancor più difficoltoso arrivare a fine mese. Il loro stipendio è infatti l’entrata principale e in molti casi l’unica.

Inoltre le donne con figli subiscono discriminazioni che si traducono in meno opportunità di carriera. Alle donne sole con figli va ancora peggio, mentre i padri divorziati o separati, non avendo il carico famigliare, non subiscono questo tipo di discriminazioni.

Donne a rischio povertà

Le famiglie monoparentali rappresentano il gruppo più numeroso a rischio povertà. Nei casi in cui il genitore non affidatario non è in grado economicamente di versare i contributi di mantenimento

per i figli, sarà il genitore affidatario (nell’85% dei casi è una donna) a dover far ricorso all’assistenza. Solo al genitore non affidatario, (nell’85% dei casi è un uomo) viene dunque garantito il minimo vitale. Ricorrendo all’assistenza, solo la donna si indebita con lo Stato, mentre questa difficoltà finanziaria andrebbe suddivisa sui due genitori.

Stereotipi di genere anche nei divorzi

Anche nella gestione delle separazioni e divorzi gli stereotipi di genere abbondano. Se in passato erano soprattutto i padri ad essere dipinti a tinte fosche, ora assistiamo a un proliferare di immagini stereotipate delle donne separate e divorziate assolutamente non aderente alla realtà.

Ogni giorno la nostra associazione è in contatto con donne che si sobbarcano un’intensa vita professionale e famigliare, vere e proprie funambole alle prese con mille impegni e responsabilità. Fa male soprattutto prendere atto che queste discriminazioni vengono perpetrate dalle autorità chiamate ad agire nell’esclusivo interesse dei bambini (ARP e Preture).

Concludiamo con un pensiero rivolto alle famiglie monoparentali di origine straniera. Le donne straniere sole e con figli sono ancora più in difficoltà e necessitano di sostegno e protezione.

Ogni volta che si dà sostegno a una donna che sta crescendo i suoi figli da sola, si dà sostegno a quei bambini. Non dimentichiamolo.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE