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L'OSPITEAi ticinesi sta davvero stretta una nuova limitazione delle zone fumatori?

07.06.19 - 10:39
Matija Terzić, Presidente GLRLV
Ai ticinesi sta davvero stretta una nuova limitazione delle zone fumatori?
Matija Terzić, Presidente GLRLV

Guardando il quotidiano di lunedì 3 maggio 2019 mi è sembrato di fare un tuffo nel passato, rivedendo le prime discussioni degli inizi del 2000 dove si usavano argomenti come “Se ora vietiamo di fumare nei locali pubblici, si arriverà a vietare le patatine nei fast food?”. Una nuova limitazione vuole solo dare maggiore libertà a tutte quelle persone che non fumano (il numero di fumatori è in costante diminuzione) e che vogliono godersi il rientro a casa senza dover stare in apnea durante l’attesa del bus. Si tratta infatti solamente di limitare il consumo di sigarette e non di vietarne totalmente l’uso; non stiamo andando verso una nuova era di proibizionismo. Mettendo sulla bilancia l’interesse pubblico – maggior qualità di vita – e quello privato – un’intossicazione personale – ne risulta che una diminuzione di libertà per alcuni porterebbe molti benefici alla salute pubblica (non esistono infatti limiti soglia sotto i quali il fumo di sigarette, sia che ci si trovi all’aperto che in locali chiusi, non sia nocivo) nonché una maggior pulizia di molte aree nelle quali oggi è sovente trovare mozziconi sparsi ovunque perché si è troppo lazzaroni per fare due passi e buttarli nella spazzatura. La limitazione dei prodotti a base di tabacco potrebbe addirittura essere estesa anche alle terrazze dei locali pubblici. Il diritto di fumare di un singolo cittadino (29% della popolazione tra i 15 e 74 anni) non dovrebbe poter rovinare un’esperienza culinaria (o anche solo l’aperitivo) di tutti quelli che vogliono godersi una terrazza nei meravigliosi grotti Ticinesi. Almeno la limitazione nei parchi (anche questa non accettata) doveva essere approvata senza nemmeno pensarci. Gli adulti che si trovano nei parchi dovrebbero essere degli esempi per i bambini e i ragazzi. Purtroppo anche in questo caso non si può limitare il tutto alla sensibilizzazione in quanto una dipendenza è definita tale proprio perché c’è una necessità di consumo non controllabile. Infine, vorrei ricordare che parte delle persone che oggi si oppongono, nel 2005 avevano costituito un comitato referendista (sostenuto dalla Lega dei Ticinesi) con lo slogan “Basta divieti – più libertà”. Non credo che oggi, alla luce dei risultati, ci sia qualcuno che possa dire che accettare il testo sul divieto di fumo del 2005 sia stata una pessima scelta per gli esercenti Ticinesi. I fumatori sono liberi di continuare ad avere le loro dipendenze, ma le aeree nelle quali possono farlo, vanno definite in modo chiaro. “La tua libertà finisce dove inizia la mia”, spesso il confine tra mia e tua libertà è molto difficile da definire; ma non in questo caso!

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