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L'OSPITELa riforma scolastica: il lavoro c’è, ma non per tutti

06.06.19 - 08:39
Giorgio Chiappini, Consigliere comunale PLR a Massagno
La riforma scolastica: il lavoro c’è, ma non per tutti
Giorgio Chiappini, Consigliere comunale PLR a Massagno

Le imprese, sia in Ticino che all’estero, hanno difficoltà a trovare operai e tecnici specializzati. La pubblicazione di un annuncio di lavoro per trovare profili qualificati, spesso non riceve nessuna risposta, mentre quando la ricerca è volta a trovare personale meno qualificato, allora si è sommersi dai curricula.

Ciò è la diretta conseguenza dello scompenso fra domanda ed offerta. Il lavoro c’è, le imprese cercano nuovi elementi, ma non ci sono abbastanza persone formate per svolgere le professioni richieste dal mercato.

È mancato un attento orientamento scolastico e politico. Ora il prezzo e le conseguenze di questa cattiva gestione lo pagano sia le aziende che i disoccupati. Il sistema educativo ticinese ha bisogno di una riforma capace di proiettarlo nel 2020, che lo renda adatto ad affrontare le attuali sfide del mondo del lavoro.

Nel settembre 2018 “La scuola che verrà”, il progetto presentato ed elaborato dal Ministro Bertoli venne bocciato con il 56.7% dei votanti contrari.

Tralasciando gli strascichi politici della votazione e del suo esito, Bertoli ha avuto il merito di far tornare a discutere sulla scuola e sulle riforme che essa necessità. Dal 2012, infatti, il DECS e i temi di sua competenza erano scomparsi dai radar mediatici e nessuno vi si era interessato più di tanto. Questo ha determinato un impoverimento e un deterioramento dello sviluppo costante che le nostre scuole devono avere. L’educazione dei giovani deve essere materia di continua discussione, perché solo attraverso di essa si ha la possibilità di definire un sistema “ottimale”, che permetta loro di esprimere al meglio le proprie potenzialità e di diventare degli elementi capaci di inserirsi con successo all’interno di un mondo del lavoro in continuo mutamento ed evoluzione.

Adesso, con la nuova legislatura, e con lo stesso dipartimento, occorre che Bertoli ripaghi la fiducia che gli è stata concessa, ancora una volta, dal Ticino e si impegni per proporre un progetto valido capace di offrire finalmente ai nostri giovani un avvenire prospero.

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