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L'OSPITEDiritto sulle armi: il settore turistico sostiene la libertà di viaggio con etichette per valigie

26.04.19 - 19:32
Hotellerie Suisse
Diritto sulle armi: il settore turistico sostiene la libertà di viaggio con etichette per valigie
Hotellerie Suisse

Per attirare l'attenzione dei viaggiatori e pendolari sulle conseguenze infauste di un «No» all’adeguamento della legislazione sulle armi, presso le stazioni di Berna e Zurigo rappresentanti di spicco del Comitato «Turismo svizzero per il Sì alla legge sulle armi» hanno dato vita ad una simpatica iniziativa.

Per il turismo svizzero l’esclusione da Schengen, che incombe in caso di respingimento dell’adeguamento del diritto sulle armi, avrebbe conseguenze drammatiche. Se l’ottenimento del visto si complicasse, molti turisti che visitano l’Europa rinuncerebbero alla capatina in Svizzera a causa dell’aggiuntivo dispendio finanziario e amministrativo. Stando a calcoli, il turismo subirebbe perdite del volume d’affari fino a mezzo miliardo di franchi l’anno. Per mettere in risalto il ruolo cruciale che l’adesione a Schengen riveste per il nostro Paese, oggi pomeriggio a Berna e Zurigo rappresentanti di spicco del settore turistico e alberghiero-ristorativo sono andati in strada. Dialogando con i viaggiatori e distribuendo etichette per valigie, in un’azione concertata il Comitato «Turismo svizzero per il Sì alla legge sulle armi» ha illustrato le pesanti conseguenze che un «No» avrebbe per i viaggiatori e per il settore turistico. Oltre ai Consiglieri nazionali Dominique De Buman (PPD, Presidente Funivie svizzere) e Adrian Wüthrich (PS, Presidente Travailsuisse), all’azione di distribuzione hanno partecipato anche Casimir Platzer, Presidente di GastroSuisse, e Claude Meier, Direttore di hotelleriesuisse. Quest’ultimo è convinto che «la stragrande maggioranza degli svizzeri non vuole limitazioni né alla propria libertà di viaggio né a quella dei potenziali ospiti». Scopo delle 11 associazioni del turismo coinvolte era ribadire nuovamente le conseguenze avverse che un respingimento del diritto sulle armi avrebbe sia per la Svizzera come meta turistica sia per la libertà di viaggio del popolo svizzero.

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