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L'OSPITEAnche in Ticino ri-tornano i fondamentalisti contro l’aborto

05.04.19 - 19:00
Coordinamento Cantonale Donne in sciopero
Anche in Ticino ri-tornano i fondamentalisti contro l’aborto
Coordinamento Cantonale Donne in sciopero

Nella seduta di Gran Consiglio del 14 marzo 2019 una larga maggioranza ha approvato una mozione volta ad istituire una giornata per la vita il 25 marzo di ogni anno.

La mozione, presentata da Luca Pagani e Fabio Bacchetta Cattori con la compiacenza, purtroppo, di alcune deputate, è una versione aggiornata di una precedente mozione dell’aprile 2009 densa di quell’ideologia e di quella retorica antiabortista propria dei “movimenti per la vita” su scala internazionale che si sono riuniti a Verona lo scorso fine settimana nel contestato Congresso mondiale delle famiglie, palcoscenico sul quale i “pro-vita” si sono affiancati ai “no-gender” e ai fanatici della razza e della famiglia bianca definita “naturale”, allo scopo di annullare le soggettività LGBTQ e gli orientamenti non eterosessuali e di incatenare le donne alla cucina e alla culla ad attendere gli uomini.

Una parte della classe politica ticinese non è da meno e risponde a questo richiamo con l’approvazione della mozione “Una giornata per la vita” con degli argomenti estremamente superficiali e ipocriti su una presunta “banalizzazione della vita”, ma in realtà assecondando l’ossessione di chi combattendo l’aborto legalizzato vuole privare le donne della possibilità di scegliere di poter fare capo all’interruzione di gravidanza garantita dalla legge e in condizioni sicure. Cinque anni fa era stata nettamente bocciata l’iniziativa - promossa da ambienti ultra conservatori - che chiedeva che l’interruzione di gravidanza non fosse più a carico della assicurazione malattia obbligatoria. Un affronto alle donne che il popolo svizzero ha respinto al mittente.

Le donne ancora una volta diventano corpi sui quali esercitare il dominio e il controllo di stampo patriarcale, negando loro ogni diritto di soggetto integro ed autonomo. L’attacco ai diritti sessuali e riproduttivi delle donne diventa lo strumento per annullare il soggetto donna e per ridurlo una volontà maschile di disciplinamento.

Ma noi r-esistiamo! Non c’è spazio per il dubbio: gli embrioni non sono persone e noi donne non siamo le incubatrici della specie, assoggettate al dominio maschile e sessista che vuole rinsaldare la struttura patriarcale della società. Rivendichiamo la pienezza del diritto all’autodeterminazione sessuale e riproduttiva. Non siamo disposte a barattare la nostra libertà di scelta e la nostra salute a nessun costo.

Il 14 giugno sciopereremo nei luoghi di lavoro e nelle case e occuperemo lo spazio pubblico perché il nostro corpo ci appartiene ed esigiamo di essere rispettate e libere nelle nostre scelte.

Sui nostri corpi, sulle nostre vite e sui nostri desideri decidiamo noi!

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