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L'OSPITEIl 19 maggio 2019 un NO per preservare la nostra libertà

26.03.19 - 15:30
Cosimo Lupi, Coordinatore della campagna per il NO al diktat UE che ci disarma - Ticino
Il 19 maggio 2019 un NO per preservare la nostra libertà
Cosimo Lupi, Coordinatore della campagna per il NO al diktat UE che ci disarma - Ticino

La motivazione ufficiale per la ripresa della direttiva UE sulle armi inizialmente usata da Consiglio federale e Parlamento è un accresciuto bisogno di sicurezza a causa di una serie di attentati terroristici islamici (tra l’altro tutti effettuati con armi illegali). Con questo inasprimento imposto dall’UE però non si risolve proprio nulla: i terroristi e i criminali non hanno bisogno di un’arma da fuoco registrata per compiere un attentato oppure un reato. Anzi, è demenziale pensare che chiunque intenda commettere un crimine usi un’arma legalmente registrata con la quale può essere immediatamente identificato e rintracciato!

Nell’estate 2005 il Popolo svizzero ha approvato l’adesione a Schengen. Questo anche perché allora le condizioni di adesione negoziate offrivano certi vantaggi evidenti dal punto di vista economico e di sicurezza. Adesso però l’UE impone unilateralmente condizioni supplementari. Per garantirci anche in futuro il rispetto di Schengen dovremmo, senza alcun motivo ragionevole, fare nostre delle leggi estere che ci costeranno svariati milioni e degraderanno centinaia di migliaia di cittadini svizzeri onesti, agli occhi dello Stato, al pari di soggetti potenzialmente pericolosi.

I fautori degli inasprimenti e della ripresa della direttiva UE hanno cambiato tattica visto che l’argomentazione della maggior sicurezza non sta proprio in piedi. Ora sottolineano in continuazione i vantaggi dell’Accordo di Schengen cercando soprattutto di dare l’impressione che i vantaggi sussistano solo per la Svizzera. Invece è un fatto: di Schengen approfittano entrambe le parti, e in determinati settori l’UE addirittura più della Svizzera (per esempio i dati, che le autorità svizzere preposte alla sicurezza inseriscono nel sistema di informazione di Schengen, sembrerebbero essere di qualità molto migliore che non quella dei dati che la Svizzera può richiamare). La decisione sul mantenimento dell’Accordo è comunque ed esclusivamente una decisione politica, non giuridica: L’UE ha ogni interesse a che la Svizzera resti nello spazio Schengen.

Accettare in votazione questa direttiva UE è un pericolosissimo precedente: il Popolo andrebbe infatti a legittimare il meccanismo di ripresa dinamica e automatica del diritto europeo.

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