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L'OSPITEPost-acuto: pazienti di serie A e B in Ticino?

13.03.19 - 21:00
Dr. med. Pereira Mestre Ricardo, responsabile reparto CAT Casa St. Lucia, Arzo, Candidato PLR al Gran Consiglio
Post-acuto: pazienti di serie A e B in Ticino?
Dr. med. Pereira Mestre Ricardo, responsabile reparto CAT Casa St. Lucia, Arzo, Candidato PLR al Gran Consiglio

Il problema che sollevo è la coesistenza in Ticino di due sistemi di post-acuto assolutamente sproporzionati nelle condizioni offerte e richieste al paziente, creando di fatto una disparità nel trattamento e una ingiustizia sociale. La recente sentenza del Tribunale Amministrativo Federale conferma di fatto che la creazione dei reparti acuti a minor intensità è fuorilegge ma il problema è ancora più complesso. Oggi dobbiamo considerare che non esistono chiari criteri per indirizzare il singolo paziente, dopo una degenza in reparto acuto, verso uno o l’altro reparto e di fatto a guidare la selezione del paziente è spesso la disponibilità del posto letto in un RAMI (reparto acuto a minor intensità) oppure in un CAT (cure acute transitorie). Nel primo caso si tratta di strutture para-ospedaliere il cui costo a carico del paziente è di 30 CHF/giorno sino ad un massimo annuale di 600 CHF (dopo di ché il paziente non paga più niente) e la degenza può prolungarsi sino a 3 mesi, il personale medico-infermieristico ed amministrativo è inferiore all’ospedaliero ma molto di più rispetto al CAT. Nel caso di questi ultimi reparti, che ricordo hanno una forte base legale nell’articolo 25a della LAMal, il costo è di 50 CHF/giorno senza tetto massimo e ogni ricovero richiede il medesimo pagamento, non raramente mettendo in difficoltà economica il paziente. Vi è un limite di 14 giorni di degenza rinnovabili di ulteriori 14 giorni dopo di ché la possibilità di restare ricoverati è molto limitata. I CAT sono strutture interne a case per anziani e beneficiano delle attività di vita quotidiana e animazione proprie di questo tipo di struttura. Entrambi questi reparti sono di fondamentale importanza e ospitano pazienti fragili con diverse patologie concomitanti che dopo un prolungato allettamento devono ritrovare nuovamente l’autonomia. Funzioni apparentemente banali come camminare fino al bagno, fare le scale, vestirsi da solo ecc. diventano obiettivi di fondamentale importanza per la propria indipendenza e integrità che determinano anche la qualità di vita e la dignità umana.

Va oggi considerato che gli stessi pazienti che curiamo nel RAMI erano un tempo nel CAT e lo sono tutt’oggi. Una attenta analisi oggettiva del fabbisogno avrebbe facilmente portato a concludere che la corretta strada da seguire è quella di un potenziamento quantitativo e qualitativo (con maggior finanziamento) dei reparti CAT oggi con una chiara base legale.

In questo breve periodo è emerso chiaramente che i RAMI sono reparti importanti e necessari, lo dimostrano le occupazioni elevate e la soddisfazione dei pazienti ma se la base legale di un sistema ibrido è inesistente non significa che non sia necessario. Emergono diversi vantaggi come la possibilità di ricovero prolungato oltre i 28 giorni, la presenza maggiore di fisioterapia, ergoterapia, assistenti sociali e consulenze mediche specialistiche così come la utile vicinanza agli ospedali acuti.

Va dunque rimesso mano concretamente alla pianificazione e, a mio avviso, potenziate prima possibile le risorse dei CAT. Gli operatori attivi ora nei reparti post acuti sono risorse fondamentali in questo cambiamento, vanno ascoltati e coinvolti nell’interesse della cura di qualità e prossimità che il post acuto dovrebbe assicurare.

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