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L'OSPITEO si cambia, altrimenti #facciamolonoi

20.02.19 - 18:00
Giovani liberali radicali ticinesi
TiPress
O si cambia, altrimenti #facciamolonoi
Giovani liberali radicali ticinesi

Nell’edizione del “Quotidiano” di ieri, martedì 19 febbraio, è andato in onda il primo dibattito elettorale che ha visto confrontarsi il direttore del DFE Christian Vitta e la candidata del PS Amalia Mirante. La candidata socialista ritiene “che la politica non debba mettere mano alla griglia oraria e dai programmi, perché non è dall’esterno che si possono arraffare delle soluzioni mettendo assieme un’ora di qua, un’ora di tedesco, due ore di civica o mezz’ora di ginnastica”. Tutto vero!

I Giovani Liberali Radicali Ticinesi sottolineano per l’ennesima volta che se il DECS si sottrae dal suo compito di proporre soluzioni, che significa anche individuare delle possibili soluzioni a proposte condivise (potenziamento dell’insegnamento del tedesco), allora è compito di noi proponenti fare proposte all’attenzione del Dipartimento che possano aiutarlo a concretizzare quanto richiesto.

La proposta dei deputati GLRT Gianella e Käppeli contenuta nella mozione per l’anticipo e il potenziamento del tedesco nelle scuole ticinesi era generica, proprio per non interferire con il delicato settore della Formazione e permettere al DECS di utilizzare il suo margine di manovra per proporre una soluzione che tenesse conto delle necessità di tutti (allievi, docenti, pedagoghi). Nella risposta alla mozione, il DECS ha relativizzato l’importanza del tedesco sostenendo che potenziarlo non sia possibile, interpretando a proprio vantaggio tabelle e grafici di uno studio che, però, se letto per intero, ribadisce l’importanza del tedesco. Noi non ci stiamo: con questa mentalità, o si cambia registro o si cambia… lasciamo a voi le conclusioni.

Il chiodo fisso della griglia oraria e dell’impossibilità di mettere in atto quanto proposto (e condiviso da 4’305 cittadini!) proviene dal DECS. Ancora una volta viene così dimostrata la scarsa lungimiranza nei confronti del benessere delle future generazioni e dell’importanza, sia per quanto riguarda la coesione nazionale che il mondo del lavoro, della prima lingua nazionale. Una difficoltà nel leggere le reali esigenze dei giovani che mal si capisce da chi, in teoria, è a capo della scuola, un luogo che custodisce i sogni dei più giovani.

Come al solito, in Ticino le buone idee e che cambiano le abitudini vengono liquidate col solito “bello ma non si può fare”. Un comportamento che non porta un reale progresso ma che soprattutto ostacola le soluzioni che possono contribuire a migliorare la quotidianità dei giovani. Per questo motivo ci siamo permessi di fare delle proposte concrete che abbiamo presentato alla Commissione scolastica del Gran Consiglio. Condividiamo con Amalia Mirante che non sia la politica a dover mettere le mani nella griglia oraria, ma se il Dipartimento si sottrae dal suo compito, O SI CAMBIA O CI ASSUMIAMO NOI GIOVANI LA RESPONSABILITÀ DI PROPORRE QUALCOSA.

Salutiamo positivamente come anche Amalia Mirante abbia confessato che qualcosa va cambiato all’interno del mondo della formazione: il metodo. Bisogna tornare ad ascoltare il mondo della scuola e i docenti in primis. Che parafrasato significa: oggi tutto ciò non avviene! In questo senso è cosa buona e giusta che il DECS esca da palazzo e si confronti con il mondo reale.

Detto da una collega di partito del Direttore del DECS, non può far altro che piacere...

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