Cerca e trova immobili

L'OSPITENo alla semaforizzazione

03.01.19 - 08:52
Per Generazione Giovani PPD Ticino, Romolo Pawlowski, Segretario
tipress
No alla semaforizzazione
Per Generazione Giovani PPD Ticino, Romolo Pawlowski, Segretario

Durante la sua seduta di fine anno, il Gran Consiglio ha approvato la sostituzione di alcune rotonde con degli impianti semaforici sulla trafficatissima strada tra l’uscita autostradale di Bellinzona Sud e Locarno.

L’oggetto era già stato sottoposto in votazione nel corso del 2018, ma era stato bocciato dalla maggioranza dei parlamentari. Tuttavia, al momento della seconda votazione, la semaforizzazione ha raccolto sufficienti consensi per poter essere applicata. Alcuni parlamentari e politici locali di tutti i partiti, hanno deciso di lanciare un referendum contro questa decisione, contestando l’installazione di semafori con più argomenti. Generazione Giovani PPD Ticino sostiene all’unanimità questo referendum per le questioni seguenti.

Analizzando il problema da un profilo diverso rispetto alla praticità di rotonde, semafori o semplici incroci, è necessario chinarsi sullo spreco di soldi pubblici a cui siamo destinati con questa decisione del Gran Consiglio. Infatti, l’installazione delle attuali rotonde nel decennio trascorso è stata resa possibile grazie a investimenti importanti da parte del Cantone, degli investimenti che verrebbero annullati con la semaforizzazione, con conseguenti perdite per tutta la comunità.

Non sappiamo se effettivamente i semafori possano migliorare la situazione attuale, che è grave. Ciò a cui invece siamo certamente confrontati è l’enorme spesa pubblica per attuare delle soluzioni temporanee o inefficaci per risolvere il principale problema delle code tra l’autostrada A2 e Locarno, risolvibile unicamente con un collegamento autostradale.

Infatti, occorre osservare la problematica anche dal profilo ambientale e dei trasporti pubblici: l’intasamento della strada in questione non si è risolto con le rotonde, come non si risolverà con i semafori. Le vere soluzioni sono per noi due: da un lato occorre anticipare il più possibile la costruzione della tratta autostradale tra Locarno e Bellinzona (tramite il progetto di galleria tra Quartino e Sant’Antonino), mentre dall’altro bisogna modificare le nostre abitudini a livello di pendolarismo.

L’offerta ferroviaria attuale non è soddisfacente, in particolare tra Locarno e Lugano, ma grazie all’apertura del tunnel di base del Monte Ceneri nel 2020, il trasporto pubblico ticinese verrà rivoluzionato! Basti pensare alla diminuzione dei tempi di percorrenza in treno tra Locarno, Lugano e Bellinzona o agli enormi investimenti in materia di aggiunta di corse di bus nei grandi centri, fattori che faranno optare sempre più persone all’utilizzo dei mezzi pubblici anziché della propria vettura, con conseguenti miglioramenti viari e ambientali. In merito a quest’ultimo aspetto, bisogna però essere capaci di modificare la propria routine da automobilista assuefatto e, soprattutto, ristabilire dei collegamenti diretti in treno tra Locarno e la Svizzera interna, in modo da incentivare anche i turisti (che causano buona parte delle code estive) a optare per il treno.

In conclusione, come principio basilare del nostro sistema politico, risulta per noi anche inconcepibile il fatto che si sia rivotato sullo stesso oggetto, che era già stato bocciato dal Gran Consiglio. Questa pratica non è rispettosa né della democrazia, né dei cittadini stessi e va quindi combattuta con un referendum.

Invitiamo dunque tutta la popolazione ticinese a sottoscrivere il referendum, che si può trovare anche sul sito internet di GG Ticino, entro il 20.01.2019.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE