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OSPITECinque ragioni per sostenere la sperimentazione de La scuola che verrà

05.09.18 - 12:30
Collegio dei collaboratori del Dipartimento formazione e apprendimento (SUPSI-DFA)
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Cinque ragioni per sostenere la sperimentazione de La scuola che verrà
Collegio dei collaboratori del Dipartimento formazione e apprendimento (SUPSI-DFA)

Il Collegio del Dipartimento formazione e apprendimento della SUPSI sostiene il Sì alla sperimentazione de La scuola che verrà, sottoscrivendo le conclusioni raggiunte dal Consiglio di Stato all’unanimità, dal Gran Consiglio e dalla Commissione Scolastica, per almeno cinque buoni motivi.

    1. Innovazione e non rivoluzione. La scuola che verrà non rivoluziona la scuola, ma propone innovazioni coerenti con i valori fondamentali della Scuola ticinese, ancorati alla Legge della Scuola, e ribaditi nel concordato intercantonale HarmoS sottoscritto dal Cantone Ticino nel 2009. La scuola che verrà non solo si muove in linea di continuità con quanto iniziato con l’introduzione del nuovo Piano di studio della scuola dell’obbligo ticinese, in vigore dal 2015, ma ne rafforza il valore, poiché fornisce strumenti e risorse che ne permetterebbero una più coerente e completa applicazione.
    2. Innovare è necessario. Tutti i settori della società riconoscono nell’innovazione un valore fondamentale per garantire migliori condizioni di vita a tutti. È un paradosso che il referendum contro il finanziamento della sperimentazione della Scuola che verrà blocchi sul nascere l’opportunità che il sistema educativo ticinese partecipi a questo necessario processo.
    3. La scuola che verrà? Mettiamola alla prova. La votazione non ha come oggetto la riforma, ma l’approvazione del credito per la sperimentazione: si tratta di mettere alla prova, sul campo, le diverse proposte contenute nella riforma, per raccogliere evidenze scientifiche che aiutino a migliorare il sistema scolastico. Il dibattito pubblico ha evidenziato la necessità di un impianto solido di valutazione, con obiettivi chiari, capace di identificare punti forti e criticità e di sostenere un reale processo di innovazione. Gli organi preposti dal Gran Consiglio veglieranno su questo aspetto, e avranno modo di intervenire con chiarezza e trasparenza.
    4. Misure per il bene degli allievi. Le misure proposte dalla riforma sono finalizzate a creare maggiori opportunità di apprendimento per gli allievi. La ricerca nazionale e internazionale ha ampiamente dimostrato la validità dei contenuti della riforma, come l’apprendimento cooperativo, il riscontro formativo per gli allievi e l’insegnamento delle strategie di studio contestualizzate alla disciplina. Queste proposte, peraltro già praticate con grande fatica (a causa della mancanza di mezzi, tempi e spazi) da alcuni docenti nelle classi delle nostre scuole, meritano di potere essere messe alla prova su una scala più ampia, in modo che poi, in caso di esito positivo della sperimentazione, siano attuabili da tutti.
    5. 60 franchi ad allievo. Finalmente si decide di investire di nuovo nella scuola. La sperimentazione coinvolge solo 7 sedi, ma va a beneficio di tutti gli allievi. Il credito concesso dal Gran Consiglio per i tre anni della sperimentazione corrisponde approssimativamente a 60 franchi all’anno per ogni allievo di scuola dell’obbligo. Un investimento ragionevole per offrire agli allievi una scuola migliore.

Per queste ragioni il Collegio del Dipartimento formazione e apprendimento della SUPSI sostiene il Sì alla sperimentazione della riforma La scuola che verrà.

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