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L'OSPITEBreve guida per essere (più) svizzeri, in positivo

20.07.18 - 14:35
Alessandro Speziali Capogruppo e Presidente sezionale PLR Minusio
Breve guida per essere (più) svizzeri, in positivo
Alessandro Speziali Capogruppo e Presidente sezionale PLR Minusio

Il 1. agosto è diventato per molti una corsa a chi disfa più miti e stereotipi nazionali; aspettiamo che prima o poi qualcuno proponga di liquidare anche il Gugliemo Tell di Altdorf, come le statue di Lenin al tramonto dell’URSS. Altri, per reazione, si affrettano a brandire ogni segno della nostra identità, dalla bandiera ai cervelat. Per me, invece, la festa nazionale ha sempre rappresentato un giorno utile per esprimere una «svizzeritudine» positiva, da declinare in ogni altro giorno dell’anno. Proprio questo vorrei tentare di fare con questo articolo, suggerendo alcune virtù tipicamente svizzere, che possiamo impegnarci a concretizzare nella vita di tutti i giorni.

No alle caste, sì alla milizia – In passato il politico era anche uomo dell’economia, quadro dell’esercito e attivo in un’associazione. Oggi la logica dei media e le polemiche artatamente esasperate rovinano quel concetto di milizia dove il cittadino è attivo in più campi, ricamandoli assieme e impreziosendoli delle proprie competenze. Vorrei che tornassimo a discutere sinceramente, senza sconfinare in registri che non devono appartenerci: altrimenti stancheremo i migliori e premieremo i peggiori.

No al centralismo, sì al federalismo – Un sistema è democratico se i cittadini influiscono davvero sulle scelte politiche. In questo senso, un territorio sempre più grande da amministrare assottiglia il margine di autodeterminazione di chi lo abita e le autorità sono lontane dai bisogni concreti. Vorrei che la smettessimo con la centralizzazione dei compiti dello Stato e la progressiva cessione di sovranità a poteri internazionali impermeabilizzati.

No allo Stato invadente, sì alla responsabilità – La Svizzera svetta per il suo benessere grazie a un popolo intelligente e a un sistema di leggi liberale. Purtroppo negli ultimi anni la pioggia torrenziale di leggi appesantisce i progetti, gonfia l’amministrazione pubblica e rende gli avvocati imprescindibili. Vorrei che non confondessimo una nuova norma con la soluzione a ogni problema. Altrimenti continueremo a deresponsabilizzare una società che pretende che sia lo Stato a rispondere a ogni genere di domanda – salvo poi criticarlo per la sua pervasività.

No agli stereotipi, sì ai simboli – La dedizione al lavoro, la puntualità, il rispetto delle regole e delle tradizioni, la cura per il territorio, la cultura dell’impegno civile, il senso dello Stato, o ancora l’amore per il Paese e per tutti i suoi 26 Cantoni. Vorrei che ognuno, nel suo piccolo, coltivi le virtù che gli altri ci riconoscono e che noi stessi ci riconosciamo. Gli stereotipi e i simboli non hanno solo una dimensione immaginaria: ispirano la collettività giorno dopo giorno. In questo Natale della Patria proviamo a fare qualcosa. Siamo un popolo che è più di una semplice somma di cittadini: siamo la Svizzera.

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