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OSPITENon sarebbe tempo di verdure ticinesi?

15.06.18 - 11:17
Andrea Zanini, Presidente dell'Associazione orticoltori ticinesi (OrTI)
Non sarebbe tempo di verdure ticinesi?
Andrea Zanini, Presidente dell'Associazione orticoltori ticinesi (OrTI)

L’associazione orticoltori ticinesi è preoccupata per l’attuale situazione a livello produttivo e commerciale che si è venuta a creare in questo periodo di fine primavera-inizio estate. Purtroppo quest’anno gli orticoltori ticinesi scrutano l’orizzonte con grande perplessità e preoccupazione. Sarà complice il brutto tempo o la congiuntura o altre contingenze, ma sta di fatto che grandi quantità dei prodotti di stagione tipici della nostra regione (pomodori, zucchine, cetrioli, insalate, ecc.) ristagnano nelle celle frigo o rimangono sui campi. Fenomeno questo che da anni non accadeva già all’inizio della stagione estiva. Inoltre quel poco che trova smercio sul mercato, lo è a prezzi vigenti negli anni 60 del secolo scorso, oggi ben inferiori ai costi di produzione.

C’è dell’amaro in bocca ovunque, perché sono grandi gli sforzi che tutto il settore sta portando avanti per soddisfare gli standard qualitativi sempre più elevati che il mercato delle verdure richiede e impone. È aberrante pensare che ci siano grandi sperperi della nostra produzione locale, quando essa non soddisfa nemmeno l’autoapprovvigionamento interno.

Pensare, che la verdura è oggi al primo posto nella tanto decantata dieta alimentare, e sostenuta da medici e alimentaristi di ogni credo, ed è un prodotto alla portata di tutti.

E inoltre a livello planetario, visto il crescere esponenziale della popolazione, il problema dell’approvvigionamento alimentare sarà presto al primo posto.

Purtroppo il fenomeno degli acquisti oltre frontiera è in forte crescita e sicuramente incide in maniera negativa sul consumo di prodotti a chilometro 0, oltre che sull’intera economia.

Tuttavia anche la grande distribuzione ci mette del suo, e non solo qui, perché anche a livello svizzero il trend sembra sia il medesimo. Infatti i nostri colleghi d’oltralpe, che una volta arrivavano sul mercato dopo il Ticino, oggi grazie a costi energetici inferiori ai nostri, riescono a farci una forte concorrenza. Non sono poi da dimenticare i prodotti d’importazione che pure fanno una concorrenza spietata. Anche il consumatore più attento, pur volendo prediligere il nostrano, a volte si vede obbligato ad acquistare merce che ha fatto magari anche più di mille chilometri prima di arrivare nel nostro piatto.

Il mondo degli acquisti, è diventato una vera giungla, dove anche voler dispensare consigli, o teorie è diventato un azzardo. Anche per le organizzazioni che cercano di pianificare le produzioni e lo smercio è diventato molto difficile. Purtroppo si va sempre di più verso una situazione che il settore orticolo ticinese può sopravvivere bene solo se è aiutato dal clima locale più mite e se in altre regioni svizzere la meteorologia causa eventi fuori dal normale.

La popolazione svizzera ha espresso l’anno scorso in votazione popolare in maniera chiara, che vuole la garanzia di un autoapprovvigionamento alimentare. Bisogna pensare però che per continuare ad averlo, bisogna anche consumare la nostra produzione locale, perché altrimenti non si è coerenti con quanto è stato espresso alle urne. L’associazione orticoltori ticinesi (orTI) da anni si impegna con risultati incoraggianti, qualitativi e quantitativi, ora spetta al consumatore fare la sua scelta e dare il suo contributo.

Si spera che consumatrici e consumatori non rinuncino mai a un piatto d’insalata mista, con tanti pomodori di ogni genere!

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