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L'OSPITESì alla nuova legge sui giochi in denaro

04.06.18 - 17:19
Tutti e 10 i parlamentari ticinesi a Berna
tipress
Sì alla nuova legge sui giochi in denaro
Tutti e 10 i parlamentari ticinesi a Berna

È una pericolosa scommessa con in palio un miliardo di franchi. Il referendum lanciato contro la nuova legge sui giochi in denaro mette in discussione una chiara scelta del Parlamento nazionale. La legge attua l’articolo 106 della Costituzione, che il popolo svizzero ha accettato nel 2012 con l’87% di voti favorevoli. La nuova legge intende continuare a garantire agli enti di pubblica utilità importanti risorse, ma anche tutelare la popolazione dal rischio del gioco patologico e proteggere il mercato svizzero dal forte rischio di riciclaggio di denaro e di frodi attraverso il gioco online. È perciò molto importante votare SÌ alla nuova legge sui giochi in denaro il prossimo 10 giugno.

Attualmente, la regolamentazione dei giochi in denaro garantisce che i proventi siano devoluti per scopi di pubblica utilità (cultura, opere sociali, sport e ambiente) e a favore dell’AVS/AI; circa un miliardo di franchi all’anno (600 milioni di franchi da parte delle Società di lotteria e 400 milioni di franchi da parte delle case da gioco) rappresentano una risorsa fondamentale per molte attività che si svolgono in Svizzera e in Ticino. Dove oltre alle molte federazioni e società sportive, un NO alle urne metterebbe a richio una parte importante di finanziamenti per manifestazioni di richiamo internazionale come il Festival del film di Locarno o Estival Jazz a Lugano e Mendrisio.

Secondo i referendisti, il blocco proposto ai siti internet che non rispettano la legislazione svizzera rappresenta, da un lato, un discutibile esempio di censura. Dall’altro, segnalano che il blocco può essere facilmente aggirato. Nella realtà dei fatti, tale blocco - previsto soltanto per l’accesso ai siti internet illegali - è indispensabile, sia per proteggere la popolazione, sia per garantire che i proventi dei giochi in denaro siano effettivamente devoluti a scopi di pubblica utilità.

Non ha infatti senso obbligare le Società di lotteria e le case da gioco svizzere al rispetto di requisiti severi e al prelievo di tasse elevate, se contemporaneamente su Internet si può accedere e sfruttare un’offerta enorme e incontrollata di giochi in denaro. Si stima che siano ben 250 i milioni di franchi che ogni anno escono dalla Svizzera e vengono quindi sottratti alle opere di pubblica utilità. E il settore online non fa che crescere in modo incontrollato, con un regime di circa il 15% l’anno. Gli operatori online illegali di Paesi offshore, quali Malta, Gibilterra o Antigua, non offrono alcuna protezione dal gioco patologico, dal riciclaggio di denaro e dalla truffa. E in Svizzera non pagano imposte, né tasse destinate a scopi di pubblica utilità. Il controllo diretto su queste società in un regime di mercato aperto sarebbe insomma impossibile.

Infine, i blocchi di accesso sono una misura ampiamente diffusa. Sono già in vigore in numerosi paesi quali Francia, Italia, Spagna, Danimarca, Belgio e sono previsti in Portogallo e Norvegia. E non rappresentano in alcun modo un precedente perché il gioco d’azzardo non è una necessità: insomma, bloccare i siti di gioco online oggi, non significa in nessun modo che, domani, si bloccheranno domani altri siti di e-commerce.

Non va poi dimenticato che i Casinò attivi in Svizzera sono un importante datore di lavoro, che assume personale con contratti svizzeri, a salari svizzeri. Spesso attraverso contratti collettivi. Versando anche ingenti somme nelle casse pubbliche in un regime di controlli molto severo, sia per quanto riguarda la protezione dei giocatori, sia per quanto concerne le verifiche contro il riciclaggio di denaro e contro le frodi.

NO, quindi ad un salto nel buio da un miliardo di franchi il prossimo 10 giugno e SÌ alla nuova legge sui giochi in denaro. 

    • Filippo Lombardi, Consigliere agli Stati
    • Fabio Abate, Consigliere agli Stati
    • Marco Romano, Consigliere nazionale e presidente della deputazione ticinese alle Camere federali
    • Marina Carobbio, Consigliera nazionale e vicepresidente del Consiglio Nazionale
    • Rocco Cattaneo, Consigliere nazionale
    • Marco Chiesa, Consigliere nazionale
    • Giovanni Merlini, Consigliere nazionale
    • Roberta Pantani, Consigliera nazionale
    • Lorenzo Quadri, Consigliere nazionale
    • Fabio Regazzi, Consigliere nazionale
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