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L'OSPITERegolamentare invece che censurare

04.06.18 - 08:40
Diego Baratti, Vicepresidente Giovani UDC Ticino e Co-presidente del Comitato Ticinese "No alla legge sui giochi in denaro"
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Regolamentare invece che censurare
Diego Baratti, Vicepresidente Giovani UDC Ticino e Co-presidente del Comitato Ticinese "No alla legge sui giochi in denaro"

Il prossimo 10 giugno saremo chiamati alle urne per votare su un tema molto discusso e controverso: la legge sui giochi in denaro. La modifica di legge approvata dal parlamento ma osteggiata dai movimenti giovanili di UDC, PLR, Verdi, Verdi Liberali, Socialisti andrà a togliere la licenza a tutti quegli operatori nazionali e stranieri che esercitano una attività online nel settore del gioco d’azzardo, andando così a bloccare i suddetti siti.

In seno al Consiglio nazionale è stata presentata una mozione di reiezione con l'obiettivo di eliminare la distinzione legale tra fornitori nazionali e stranieri, e di concedere a tutti l’esercizio regolamentato (e pertanto pure tassato) all’interno del nostro paese. Mozione però respinta dalla maggioranza della camera.

La richiesta di Mauro Tuena (UDC) di rinunciare del tutto alle barriere di Internet è stata pure respinta, così come quella proposta moderata della maggioranza della Commissione giuridica del Consiglio nazionale di non bloccare Internet ma di valutare il diritto e la prassi cinque anni dopo la sua entrata in vigore e di sottoporli alla valutazione della Commissione, dando possibilità di intervento al Consiglio federale.

Eppure i fornitori privati sarebbero disposti ad essere regolamentati e a pagare le tasse nel nostro paese. Il modello danese mostra come un concetto liberale del gioco d’azzardo senza nessun blocco in internet possa funzionare. Negli ultimi anni, paesi di spicco si sono astenuti da censurare i siti online di giochi in denaro e hanno invece optato per serie di misure di apertura del mercato (Gran Bretagna 2014, Paesi Bassi 2016).

Ma se le aziende private straniere sono disposte a regolamentarsi, perché in parlamento si è votato una modifica del genere? La risposta è una: la Lobby dei Casinò, che avrebbe quindi il monopolio del mercato dei giochi d’azzardo in Svizzera. Alla domanda di Andrea Caroni (PLR), membro del Consiglio degli Stati, perché la legge non prevede concessioni online, la consigliera federale Simonetta Sommaruga ha risposto: «I casinò qui si sono imposti».  

Votiamo quindi NO il prossimo 10 giugno per non cedere alle pressioni dei casinò e rispedire la legge al mittente, in modo tale che invece di censurare si vada a regolamentare queste aziende online, portando di fatto così anche nuovi introiti ad AVS, Sport e Cultura!

 

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