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L'OSPITEPer una moneta a prova di crisi e al servizio dell’economia reale

30.05.18 - 22:16
Matteo Buzzi, Presidente del comitato Cantonale dei Verdi del Ticino
Tipress
Per una moneta a prova di crisi e al servizio dell’economia reale
Matteo Buzzi, Presidente del comitato Cantonale dei Verdi del Ticino

La votazione del 10 giugno sull’iniziativa “Moneta Intera” tocca uno dei temi tra i più complessi che i cittadini svizzeri abbiano dovuto affrontare in una votazione popolare. Essa, a fronte di importanti problemi legali e di stabilità del sistema attuale, chiede un radicale riorientamento della politica monetaria. L’iniziativa, anche se è combattuta da tutte le forze politiche di governo, ha però già raggiunto uno dei suoi scopi principali, ovvero quello di far conoscere meglio ai cittadini il funzionamento dell’emissione della moneta. Affacciandomi come molti grazie all’iniziativa su questo tema in parte sconosciuto, devo ammettere di essere rimasto alquanto sorpreso nel apprendere che solo il 10% dei franchi svizzeri è creato dalla Banca Nazionale (monete e banconote) e che il 90% è invece moneta scritturale elettronica e virtuale creata dalle banche private. Inoltre contrariamente a quanto si apprende nei libri di economia per principianti, le banche private quando erogano un credito non utilizzano solo denaro proprio in loro possesso grazie ai depositi dei risparmiatori, ma in gran parte creano denaro elettronico dal nulla. Altro elemento interessante è il fatto che la creazione di moneta scritturale da parte delle banche risulta essere anticostituzionale: in sordina e con il tacito assenso della politica le banche hanno quindi aggirato sempre più la costituzione. I punti interrogativi sul sistema di creazione del denaro raggiungono il loro culmine quando si apprende che l’80% del denaro creato dalle banche fluisce in speculazioni finanziarie: non serve quindi all’economia reale, quella legata al lavoro. Proprio le speculazioni sono tra le principali cause delle recenti grandi crisi finanziarie, tra cui l’ultima del 2008, in cui la Banca Nazionale è dovuta intervenire massicciamente con la Confederazione per salvare UBS. Infine si scopre che, ciliegina sulla torta, i nostri conti correnti presso le banche non sono a prova di fallimento. Se ci fosse una crisi bancaria sistemica i nostri soldi rischierebbero di andare in fumo. Le attuali regolamentazioni sono infatti di gran lunga insufficienti per prevenirla e la garanzia dei depositi Esisuisse copre solo 6 miliardi di franchi, a fronte di 440 miliardi di depositi fino a 100'000 franchi, che quei 6 miliardi dovrebbero garantire.
Con Moneta Intera avremmo conti correnti sicuri al 100%, un sistema finanziario più stabile e rispettoso della costituzione. Moneta intera non è sicuramente la panacea di tutti i mali, anche alla luce delle importanti interconnessioni internazionali, ma si tratta di un primo importante strumento per proteggere i cittadini e le aziende da una futura crisi finanziaria. Voterò quindi un convinto sì all’iniziativa Moneta Intera.

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