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L'OSPITE«Il fantasma della censura di internet non esiste!»

30.05.18 - 16:00
Alessandro Delorenzi Presidente Giovani Liberali Radicali Ticinesi
«Il fantasma della censura di internet non esiste!»
Alessandro Delorenzi Presidente Giovani Liberali Radicali Ticinesi

Tra gli argomenti degli oppositori alla nuova legge sui giochi in denaro in votazione il prossimo 10 giugno, spesso si ricorre a termini quali “blocco di Internet“ o addirittura “censura online”. Queste affermazioni sono però fuorvianti: Internet, infatti, non sarà affatto bloccato. A essere bloccato sarà solo l’accesso ai siti che offrono giochi in denaro, destinati illegalmente ai clienti svizzeri, siti che per questo motivo si trovano sulla lista nera. L’accesso a tali siti viene reindirizzato a un sito di blocco, che informa semplicemente che la pagina consultata offre dei giochi in denaro non autorizzati in Svizzera e non offre né misure di protezione, né garanzie di pagamento delle vincite realizzate.

La concessione di licenze agli operatori offshore dei giochi in denaro online, del resto, funziona solo con i blocchi d’accesso anche all’estero. I Paesi che concedono tali licenze (ad esempio Danimarca, Italia, Francia e Belgio), adottano essi stessi un blocco dell’accesso. Senza tale blocco le licenze sarebbero inutili: le tasse e le imposte dovute rappresenterebbero uno svantaggio concorrenziale enorme rispetto agli operatori senza licenza. Gli operatori online illegali di Paesi offshore, quali ad esempio Malta, Gibilterra o Antigua, non offrono alcuna protezione dal gioco patologico, dal riciclaggio di denaro e dalla truffa. E in Svizzera non pagano imposte, né tasse destinate a scopi di pubblica utilità. Il controllo diretto su queste società in un regime di mercato aperto sarebbe impossibile.

Con il blocco dell’accesso non si crea neppure il tanto sbandierato “precedente” per gli altri settori economici. I giochi in denaro non sono un bene di prima necessità, come ad esempio l’abbigliamento. Il rischio di dipendenza dal gioco e di criminalità sono il motivo per cui i giochi in denaro (come in quasi tutti i Paesi) sottostanno a restrizioni e sono associati a condizioni rigorose. Il fantasma del blocco per siti di e-commerce come Zalando o di quelli musicali è insomma pura demagogia.

Il blocco dell’accesso, infine, non è mirato alla sicurezza interna, né porta all’isolamento digitale. Si tratta solo di bloccare l’accesso agli operatori illegali, che non rispettano le normative svizzere volte alla prevenzione della dipendenza dal gioco d’azzardo e del riciclaggio di denaro, nonché all’applicazione del regime fiscale vigente. Oltre 16 paesi europei hanno già fatto ricorso ai blocchi dell’accesso e la tendenza è al rialzo. Il blocco dell’accesso è efficace, contrariamente a quanto asseriscono i contrari alla legge. Lo dimostra l’esperienza fatta da molti altri Paesi. Il blocco dell’accesso avverte gli utenti che stanno accedendo a un sito illegale, operazione di cui la maggior parte dei giocatori non si rende conto.

Vero, é possibile aggirare il blocco, ma questo richiede un impegno eccessivo per gli “utenti normali” che non hanno particolare dimestichezza con l’informatica. Non è un caso se gli operatori offshore dei giochi in denaro online hanno finanziato la raccolta delle firme per il referendum con un contributo di circa 500'000 franchi. Non si sarebbero certo dati la pena di spendere tutti quei soldi se i blocchi fossero davvero inefficaci. Il movimento giovanile del PLR da me presieduto, in contrasto con il movimento nazionale, sostiene dunque a maggioranza la nuova legge sui giochi in denaro.

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