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L'OSPITERiforma fiscale: si rispetti la democrazia diretta!

25.04.18 - 10:00
Renato Rossini, Morbio Inferiore
Riforma fiscale: si rispetti la democrazia diretta!
Renato Rossini, Morbio Inferiore

Il 29 di aprile siamo chiamati al voto sulla modifica della legge tributaria, relativa alla Riforma fiscale promossa dal Consiglio di Stato e accolta dal Gran Consiglio. Voteremo perché il referendum contro questo pacchetto di sgravi ha raccolto più di 10'000 firme in pochissimo tempo, molte di più rispetto alle 7'000 necessarie. A chi sono destinati gli sgravi dalla Riforma fiscale? Alla ridotta percentuale della popolazione più ricca – che detiene un patrimonio di almeno 1.38 milioni – e alle grandi imprese. Né le piccole e medie imprese né la stragrande maggioranza della popolazione trarranno vantaggio da questa riforma fiscale che comporta delle minori entrate per Cantone e Comuni di almeno 52.5 milioni di franchi. Degli sgravi che faranno mancare le risorse allo Stato, e comporteranno ulteriori tagli alla politica sociale e familiare, la quale ne ha già subiti per 50 milioni franchi nei due ultimi anni! Una politica che mira ad accontentare i super-ricchi e le aziende fortemente capitalizzate come le holding a danno del ceto medio, delle famiglie e delle fasce più fragili della popolazione.

È quindi più che sconcertante dover constatare come i partiti favorevoli alla Riforma fiscale insistano nel voler farci credere che questi regali fiscali vadano a favore delle famiglie! Sostengono che le misure sociali, approvate dal Parlamento separatamente rispetto alla Riforma fiscale, cadranno nel caso in cui dovessimo rifiutare il pacchetto di sgravi fiscali. Questo, però, più che di un argomento ha il sapore di un ricatto. Va infatti sottolineato che non è stato lanciato un referendum contro la Riforma sociale e il rispetto per la nostra democrazia diretta esige che vada discusso l’oggetto per cui siamo chiamati a votare, la Riforma fiscale, non un altro! Certo, il Consiglio di Stato ha già annunciato che chiederà al Parlamento di ritirare le misure sociali nel caso in cui la Riforma fiscale dovesse essere respinta in votazione. È chiaro a questo punto che l’eventuale ritiro della Riforma sociale non sarà una semplice conseguenza del rifiuto popolare della Riforma fiscale, bensì la manifestazione di una chiara voltontà politica dei fautori degli sgravi. È una loro precisa responsabilità.

Ricordiamocelo e votiamo un deciso NO contro i regali fiscali ai milionari e alle grandi imprese. I partiti che decideranno di ritirare le misure sociali già approvate dal Gran Consiglio dovranno farlo alla luce del sole, sotto i nostri occhi e a pochi mesi dalle elezioni politiche. Se dovessero votare ritiro della Riforma sociale, verrà di sicuro lanciato un referendum. A quel punto starà a noi ricordarci quali partiti hanno veramente difeso le misure sociali per le famiglie e quali hanno deciso di barattarle pur di ottenere il consenso per dei regali fiscali a chi non ne ha assolutamente bisogno.

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