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L'OSPITELa ripartizione del traffico a lunga percorrenza: una scelta sconsiderata

19.04.18 - 16:23
Sindacato del personale dei trasporti SEV
tipress
La ripartizione del traffico a lunga percorrenza: una scelta sconsiderata
Sindacato del personale dei trasporti SEV

Il Sindacato del personale dei trasporti SEV è molto preoccupato per la decisione dell’Ufficio federale dei trasporti (UFT) di suddividere tra FFS e BLS le linee ferroviarie a lunga percorrenza. «L’esempio di altri Paesi come la Svezia mostra che la concorrenza fra le società ferroviarie non migliora l’offerta», sostiene la vicepresidente del SEV Barbara Spalinger, «tanto meno le condizioni di lavoro del personale ferroviario.»

Il SEV è del parere che il successo dei trasporti pubblici in Svizzera sia dovuto soprattutto al fatto che i diversi attori non si combattono fra loro bensì collaborano. «A livello internazionale il nostro sistema di TP gode di una fama straordinaria e viene lodato dall’intera Europa», fa notare ancora Barbara Spalinger. «Il tira-e-molla dei vertici ferroviari in rapporto con la concessione per il traffico a lunga percorrenza è un primo sintomo di come andrà a finire se ogni ferrovia penserà solo a sé stessa. Una lotta degli uni contro gli altri è un grave pericolo per la qualità del nostro sistema ferroviario!» Così le FFS potrebbero essere tentate di mettere un bastone fra le ruote alla BLS con il suo traffico a lunga percorrenza piuttosto che aiutarla e in contropartita, ad esempio, cercare di toglierle la rete celere regionale di Berna.

A tutto questo va aggiunto che la suddivisione della concessione tra FFS e BLS comporterebbe anche la separazione di personale, materiale rotabile, sedi di deposito ecc. «Sarà una sfida immensa realizzare in modo soddisfacente per tutti i collaboratori interessati il passaggio dalle FFS alla BLS», continua Barbara Spalinger. «Le questioni da regolare vanno dal luogo di lavoro alle condizioni d’impiego all’affiliazione alla Cassa pensioni. Chiaro quindi che fra il personale delle due imprese si stia instaurando un clima di incertezza.»

E per finire, a cosa dovrebbe servire tutto questo impegno? «In primo luogo a imporre una ideologia della concorrenza, che l’Ufficio federale dei trasporti vuole per il nostro Paese, senza che sia stata presa alcuna decisione politica in tal senso», spiega la vicepresidente del SEV. E mette in guardia dal suddividere ulteriormente la concessione per il traffico a lunga percorrenza. «Perché l’idea dell’UFT che in futuro parti di rete in regime di libero traffico siano gestite con linee redditizie e in perdita non è altro che utopia. Viceversa, molte ferrovie – comprese le compagnie estere interessate – lotterebbero per accaparrarsi solo le tratte redditizie, lasciando alla mano pubblica l’onere di sovvenzionare quelle in perdita, che non potrebbero più, come finora, beneficiare di aiuti economici trasversali; in questo modo sarebbe messa in pericolo l’offerta non redditizia. E con essa la qualità dell’intero sistema ferroviario.»

Invece di impegnare tempo e risorse nel ridistribuire personale e veicoli o nel ricucire nuovi punti di contatto, le imprese dovrebbero darsi da fare con gli importanti temi del futuro. Fra questi rientrano l’impiego di nuove tecnologie e la formazione di base e continua del personale, lo sviluppo di nuovi profili professionali con il coinvolgimento dei lavoratori, la semplificazione e la modernizzazione del panorama tariffale e dell’assortimento, come pure l’implementazione e rapida attuazione delle prossime fasi di ampliamento.

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