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L'OSPITEPerché votare Samuele Cavadini

18.04.18 - 17:00
Avv. Luca Maghetti, Mendrisio
Perché votare Samuele Cavadini
Avv. Luca Maghetti, Mendrisio

Negli scorsi giorni si sono letti vari contributi sul fronte dei sostenitori di Marco Romano, fra cui quello del primo direttore del liceo di Mendrisio Giorgio Zappa, come pure del Consigliere comunale Manuel Aostalli.

Gli stessi, in maniera estremamente sintetica, criticano, la proposta a candidato Sindaco di Samuele Cavadini, e ciò per l’assenza di indicazioni circa la necessità di un cambiamento, visto che le cose a Mendrisio andrebbero benissimo.

Non sono d’accordo con tale riflessione.

Mendrisio, se vuole diventare davvero Città, deve fare un salto di mentalità.

Non siamo più il piccolo borgo, dove anche Salorino era un comune indipendente, come quello evocato dal dir. Zappa, ma siamo una realtà ampia che non può più essere gestita con l’approccio sin qui avuto. Questo approccio è quello che ha retto gli ultimi 40 anni, quelli dello sviluppo economico che, evidentemente, non ha riguardato solo Mendrisio.

Ora lo sviluppo non dev’essere più quantitativo, penso alla scellerata pianificazione di San Martino, ma qualitativo. Bisogna quindi avere riguardo dei pochi spazi verdi rimasti, pensare al lavoro di qualità, alla mobilità lenta e in generale a condizioni sociali adeguate per tutti i cittadini di Mendrisio.

Non ha pertanto molto senso, come fa Aostalli, rievocare le realizzazioni degli anni passati, quasi tutte positive, ma senz’altro realizzate con il concorso di tutta la cittadinanza, e dei vari partiti. Bisogna anche pensare ad una visione meno ristretta di quella che purtroppo il partito di maggioranza relativa, pur con l’innegabile dinamismo del Sindaco uscente, ha veicolato, direi anche imposto.

Penso ad esempio alla sovrapposizione, improvvida, della carica di sindaco con quella di Presidente del Consiglio di amministrazione della banca locale o alla vicinanza con Tarchini, patron del Fox Town.

Abbiamo poi bisogno di un’amministrazione al servizio di tutti i cittadini, di funzionari, dirigenti e non solo, le cui cariche siano attribuite a chi merita davvero e non in base all’appartenenza politica. Chi ha avuto sin qui il potere di maggioranza relativa, piuttosto come una responsabilità, ha perlopiù interpretato tale circostanza come una modalità per esercitare il proprio potere a vantaggio, anche economico, dei propri membri. Così non va più bene. Ed è per questo che dobbiamo cambiare.

Si deve uscire dagli steccati di partito. L’unico che ha da perdere è il PPD, per evidenti ragioni, anche economiche, come gli ultimi 40 anni di storia di Mendrisio hanno dimostrato.

Se riusciremo a rimescolare le carte del potere, attribuendo la poltrona di Sindaco a Samuele Cavadini, anche gli altri partiti avranno necessariamente più spazio. Vi sarà indubbiamente più dialogo e l’amministrazione dovrà considerare più punti di vista e non ubbidire sempre e solo ad un unico “padrone”.

Il candidato Cavadini con la sua indipendenza e con la sua disponibilità, senza interessi economici particolari, è pronto a dedicarsi anima e corpo alla carica di Sindaco e ciò per tanti anni. Come giustamente egli sottolinea la sua campagna, non è politica, è Mendrisio, ed i suoi, da altri troppo spesso dimenticati, quartieri. In questo senso risultano un po’ stucchevoli le professioni di amore per Mendrisio del candidato Romano.

E la Mendrisio che auspico per i miei figli è quella del cambiamento.

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