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L'OSPITE«Ci stanno forse scippando il granaio del Ticino?»

09.03.18 - 12:00
A nome della Direttiva UCT, il Presidente Robert Aerni
Tipress
«Ci stanno forse scippando il granaio del Ticino?»
A nome della Direttiva UCT, il Presidente Robert Aerni

Solo mezzo secolo fa, dalla fattoria a scuola si andava sempre con qualsiasi tempo in bicicletta. Se pioveva tanto, si doveva stare molto attenti a non finire in una qualche pozzanghera, se poi maldestramente ci si entrava ugualmente, la caduta era cosa sicura. Se nevicava abbondantemente e le stradine di campagna erano ricoperte da tanta neve, si andava a piedi; camminando velocemente in 40 minuti ce la si poteva fare! Le stradine erano deserte e poco utilizzate, uno dei pochi veicoli che regolarmente s’incontrava e da lontano si sentiva arrivare era il camion del “lacc”, con il suo inconfondibile e singolare dondolio dei bidoni vuoti dal suono quasi musicale! La Posta pure lei, puntuale, ogni giorno non festivo, non mancava di arrivare. Come dimenticare l’odore che emanava la divisa del postino quando suonava alla porta o si andava alla Posta del paese. I turisti erano tutti a Lugano, Ascona, in Valle Verzasca o in altri centri, di sicuro sul Piano di Magadino non si vedevano, ma non solo, nemmeno i ticinesi residenti nei vicini centri urbani ci venivano! Presenti, in gran numero, erano i contadini nelle varie fattorie o chi scendeva dal paese avendo un podere sul Piano da coltivare: tutti con passione e tanta sofferenza a lavorare per la pagnotta! Già! Altri tempi, quando lo si considerava ancora il granaio del Ticino!

È di pochi giorni fa la nomina della Direttrice del Parco e, nei vari commenti dei media, si è potuto leggere «Fra i primi temi di competenza dell’Ente vi saranno il ripristino di alcuni sedimi dal profilo naturalistico, la lotta al traffico veicolare parassitario e la ricerca di una migliore convivenza tra pedoni, ciclisti e cavalli». Purtroppo solo poche parole a favore dell’agricoltura, come poteva essere il recupero di un bell’appezzamento di terreno agricolo! Tuttavia l’agricoltura è tutt’oggi ancora la principale attività all’interno del Parco, di cui gestisce il 70% dei 2’350 ha che lo costituiscono. Circa un’ottantina di aziende agricole hanno la loro sede nel Parco, mentre ben 112 sono ubicate sul Piano di Magadino!

Dai microfoni della RSI il 23.2.2018, il Presidente dell’Ente ha affermato di non aver niente da rimproverarsi e che il comunicato dell’UCT «rivendica un diritto di veto che mi sembra inaccettabile anche considerando che nel Consiglio sono rappresentati Enti di interesse superiore».

Affermazioni pesanti che fanno male, per chi è cresciuto, mantiene e lavora ogni giorno in questo territorio, e rendono ancora più cauti sulla vera funzione del Parco. Non dovrebbero lasciare neanche indifferenti alcuni colleghi agricoltori che a tutti i costi hanno voluto questo tipo di Parco! Infine, dichiarazioni che non aiutano a creare positività nell’ambiente agricolo verso il progetto. Un anziano e saggio contadino un giorno disse «il Parco, una grande bella cosa, ma solo se in mano ai contadini, altrimenti è la fine».

L’UCT ribadisce con fermezza che la decisione di uscire dall’Ente non è dovuta alla persona nominata come Direttrice, che tra l’altro neanche conosce. Inspiegabile è il fatto, prettamente politico, che nell’Ente non ci sia nessun rappresentante del Dipartimento Finanze ed Economia, cui compete la politica agricola e in generale quella economica cantonale, incluso il turismo. Altresì, l’UCT aveva fatto richiesta ufficiale di entrata nel Comitato, da dove è stata esclusa per votazione democratica, poiché di fatto i posti erano già riservati, così come avvenuto per la Commissione di valutazione dei candidati per il Direttore, dove secondo un verbale dell’Ente il rappresentante dell’UCT avrebbe dovuto candidarsi spontaneamente! Una situazione di empasse e in questo contesto, pensiamo che il Presidente dell’Ente, malgrado per due volte abbia detto personalmente al Presidente UCT che sarebbe andato a trovarlo, abbia mancato una buona occasione, considerato che era stata anche verbalizzata in una riunione dell’Ente la frase che “la fondamentale nomina del Direttore fosse condivisa e gradita dall’UCT”. Un fatto mai avvenuto.

L’UCT ci tiene però a precisare che le sue porte non sono per niente chiuse e che è sempre disponibile a incontrare la neo Direttrice del Parco, così come eventualmente altre persone, per discutere e ricercare soluzioni condivise per ogni tipo di tematica. Forse, finalmente, sarà considerata e ascoltata, fatto che finora non è accaduto per nessuna delle proposte e rivendicazioni avanzate.

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