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L'OSPITEEcco le mie ragione del Sì al “No Billag”

17.01.18 - 16:54
Massimiliano Robbiani, Membro del comitato “No Billag” Ticino
Ecco le mie ragione del Sì al “No Billag”
Massimiliano Robbiani, Membro del comitato “No Billag” Ticino

La mia decisione di votare per No Billag non è un capriccio e viene da lontano. Ovvio che come ticinese capisco l’importanza che ha un’informazione indipendente e con sufficienti mezzi finanziari a disposizione, ma questi finanziamenti devono essere usati con intelligenza, cosa che a Comano non fanno sempre.  Il fatto di avere due canali di televisione e tre di radio e di ricevere una marea di soldi per gestirli non significa che questi soldi, pagati da ogni svizzero, possono essere dilapidati in progetti inutili e senza rendersi conto che fuori da Comano esiste un mondo con il quale anche la RSI deve confrontarsi. Gli esempi si sprecano e faccio qualche esempio che in fondo sono anche interrogativi che ogni cittadino può farsi. Prendiamo il film del lunedì sera. Capita sovente che questo film sia proposto al medesimo orario del medesimo giorno anche da Canale 5. Posso capire la contentezza della RSI di  proporre una prima televisiva su un piccolo canale come il nostro, ma mi chiedo qual è nella pratica il guadagno per i ticinesi che comunque possono vedere lo stesso film su una rete di lingua italiana che ricevono tutti. Sono soldi che la RSI butta nel cestino solo per l’orgoglio di dire “siamo bravi come quelli di Canale 5”. Altri esempi negativi sono le inutili serie televisive come Il guardiacaccia, recitate male da attori neanche ticinesi, che raccontano storie di parte, che danno un’immagine di un cantone di provincialotti senza arte né parte. Per non parlare dei giornalisti inviati alle elezioni di paesi sconosciuti i cui risultati certamente non cambiano le sorti del Ticino.

L’offerta della RSI si sarebbe dovuta adattare ai cambiamenti che ci coinvolgono tutti da anni: nuovi canali di informazioni, possibilità di acquistare e vedere grandi film grazie a internet e ai servizi di televisione come Swisscom, Cablecom, ai canali satellitari ecc. A Comano visti i tempi grami che corrono invece di lanciare messaggi di catastrofi imminenti avrebbero potuto fare un po’ di autocritica e tirare i remi in barca. I sogni di gloria alla fine sono come un boomerang che trasforma uno strumento pubblico in una macchina infernale fatta per soddisfare le ambizioni dei capoccioni nominati dalla politica invece che grazie alle competenze. Tutto questo mio ragionamento non vuole dire che saremo salvati dalla televisione privata che usa i soldi del canone per assumere frontalieri! Significa invece che tutta l’offerta informativa e ricreativa televisiva e radiofonica deve essere pensata in modo diverso, essere razionalizzata e messa in rete con tutto quello che esiste ora: dai social alle offerte private. Questo lavoro andava fatto prima anche dai cari signori che siedono sulle poltrone di Comano perché le sfide vanno raccolte e non ignorate. Si ritroveranno con un pugno di mosche perché hanno pensato che andare avanti come si era sempre fatto poteva essere la risposta migliore. Il mondo cambia e anche la SSR (e la RSI) dovranno rimboccarsi le maniche. NO Billag li aiuterà a capirlo.

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