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L'OSPITEDi baroni, socialisti e trafficoni

16.12.17 - 12:17
Aramis Gianini, socialista, giovane, già Coordinatore cantonale GISO
Di baroni, socialisti e trafficoni
Aramis Gianini, socialista, giovane, già Coordinatore cantonale GISO

“I Partiti sono macchine di potere e di clientela”; Berlinguer descrive l’Italia di allora e il Ticino di oggi.

Si legge: i Partiti non conoscono la vita e hanno poche idee, pochissimi ideali, ancor meno sentimenti e passione civile. Sono ormai ridotti al ruolo del gerente: amministrano affari diversi, ambigui e talvolta anche loschi. Spesso dimenticano i bisogni reali del popolo, a volte li distorcono per farli combaciare con i loro obiettivi d’affari. Non perseguono più il bene comune perché sono corporazioni di opinioni con ciascuna un barone, un vice-barone e diversi signorotti pronti a leccar loro il culo in cambio di un po’ di considerazione nel mercanteggio dell’indomani.

Nel mio quartiere, dove nessuno è Dottore in scienze politiche, ma a conti fatti nessuno è fesso, si ripete il mantra per cui quelli lì, i trafficoni della politichetta, fanno sempre quello che vogliono. E anche se non è vero per tutti, lo è per molti.

I battiti della vita partitica sono scanditi dagli appuntamenti elettorali e dai destini personali dei loro capetti impegnati a riconfermarsi nelle proprie funzioni. I partiti, anche quelli di una certa Sinistra, sono rimpiccioliti nella loro dimensione istituzionale. Fuori dal Palazzo, il deserto. E se ieri modellavano
l’economia e la società, oggi l’economia si è fatta politica e i signorotti di provincia di adeguano al Mercato.

È in questo mercanteggiare che si inserisce la riforma fiscosociale sostenuta dal Ministro socialista e dal suo Gruppo Parlamentare (esclusi i pochi immuni al virus del baratto politico). Il PS, è bene ricordarlo, è quel Partito che vuole essere l’unica alternativa possibile alla borghesia nostrana spesso gretta, egoista e meschina. È dunque fisiologico che parlamentino e Direzione si siano ribellati alla linea sconsiderata portata avanti da Lor Signori. Nel frattempo la clausola ghigliottina – “se volete aiutare la popolazione allora dovete accettare di favorire i ricchi e viceversa” – è stata tolta. Evviva! Giustizia è fatta: possiamo aiutare gli ultimi senza favorire i facoltosi!

Ma la realtà esiste solo nella misura in cui viene raccontata. Non esistono i fatti: esiste solo la loro narrazione. E la narrazione scelta da Lor Signori è che non si può fare il bene della popolazione senza far cortesia ai ricchi, perché i baroni hanno stipulato accordi partecipando al Mercato, sicché o tutto o niente.

Benvenuti nell’era del trasformismo (a)politico, anche a Sinistra.

Gli immuni, però, vivono anche tra i Socialisti e crescono in numero e arrabbiatura: nessun regalo ai ricchi, ma aiuti a chi ne ha bisogno; si può fare!
Perché…

… perché la ghigliottina non c’è più!

La Sinistra torni a fare la Sinistra e i governatori la smettano di fare i politicanti, i faccendieri e i trafficoni. La politica deve essere fatta con le mani pulite e se qualche politichino travestito da signorotto ne approfitta per fare brutti affari, allora lo si denuncia e gli si dice di andare a fare un altro mestiere.

E poi, giacché politico fa spesso rima con paraculo, è bene notare che i giovani non vanno sterilmente ascoltati e sostenuti. Non hanno bisogno di filippiche
paternali, ma di esempi di onestà, di coerenza e di altruismo. Hanno bisogno di vedere e di apprezzare un’idea di Società. Se non ne siete all’altezza cambiate mestiere e lasciate la Sinistra a chi di Sinistra lo è davvero.

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