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OSPITERivedremo gli idrovolanti in Svizzera?

15.11.17 - 10:20
Tiziano Galeazzi (Deputato UDC) e Federico Haas (Albergatore e Presidente Sezione Sottoceneri Hotelleriesuisse)
Rivedremo gli idrovolanti in Svizzera?
Tiziano Galeazzi (Deputato UDC) e Federico Haas (Albergatore e Presidente Sezione Sottoceneri Hotelleriesuisse)

Ci piace pensare ad un ritorno degli idrovolanti sui nostri maggiori laghi. Un mezzo di trasporto che altri paesi, simili per morfologia geografica al nostro, utilizzano per vari scopi, quali il turismo, il commercio e/o il trasporto e svariati servizi come quello postale. Alcuni esempi li troviamo in paesi come il Canada, la Nuova Zelanda e appena fuori dai nostri confini come a Como. In Svizzera gli idrovolanti sono scomparsi e questo probabilmente per una questione commerciale, ma forse anche politica. Infatti tra gli anni 90 e gli inizi del 2000, ci fu un aspro dibattito sul loro utilizzo, sfociato in un referendum poi ritirato. La legge federale sulla navigazione aerea (LNA) non si pronuncia in merito ad un divieto, ma ovviamente per questo genere di attività, solo il Consiglio Federale ne disciplina le condizioni (Art 8 cpv2). In quell’epoca gli aerei erano di altro concetto meccanico rispetto a quelli odierni e si può intuire che il problema di allora, fu principalmente quello ambientale. Paradossale resta il fatto, che un idrovolante “aiuta” a riossigenare l’acqua durante la manovra di atterraggio e decollo, favorendo l’habitat della fauna ittica. Questo dato viene confermato da qualificate persone vicine alla pesca e attive nella salvaguardia della vita nei laghi.

Perché rilanciare l’idrovolante?

Immaginiamo una compagnia aerea insediata all’aeroporto di Lugano-Agno e proprietaria di alcuni velivoli, che possa approfittare di un’infrastruttura già esistente e alla ricerca disperata di un rilancio, che vada a collegare città come Zurigo, Lucerna, Losanna, Ginevra, Interlaken, San Gallo, Zugo, Neuchâtel, Bienne, St. Moritz con Lugano o tra loro. Non sarebbe un gioiellino, una chicca per il turismo svizzero o per gli uomini d’affari? Decollo e atterraggio su uno dei nostri magnifici specchi d’acqua, con arrivo tramite collegamenti via lago al centro delle città, evitando così gli ingorghi stradali sempre più frequenti. Le multiple sinergie turistiche, che generano valore aggiunto per la destinazione, sono di facile intuizione. Laddove però non sarà possibile per questioni tecniche, ambientali e strutturali, vi sarà sempre la possibilità di utilizzare un comune aerodromo o aeroporto, poiché sotto i pattini i velivoli in questione sono provvisti di ruote.

Visionari?

Lo siamo! Il turismo e il commercio sono per definizione dinamici. Devono sempre rinnovarsi, reinventarsi e portare nuove proposte. Per Lugano, il cui lago è a nostro avviso poco sfruttato, questo progetto rappresenterebbe un argomento di marketing e immagine considerevole, che valicherebbe i confini regionali e nazionali. A Berna serviranno argomenti non da poco, per convincere coloro che potrebbero opporsi nuovamente a questa intrigante avventura imprenditoriale e chissà che nella Berna federale qualche Ministro o Deputato ticinese si incuriosisca. Ovviamente, chi potrebbe raccogliere la sfida commerciale, dovrà avere tutti i requisiti, in primis quelli legati alla sicurezza, all’ambiente, ai velivoli utilizzati, ai mezzi finanziari e ovviamente alla fattibilità economico-imprenditoriale.

Idea folle? Forse…si

Lo spirito dell’imprenditore innovativo è osare e confrontarsi con la situazione. L’importante è lo sviluppo di un progetto che nasce da un’idea, convincere anche i più scettici, e concretizzarla con l’appoggio di chi, come noi due piccoli idealisti, non scartano a priori una visione. Chissà se qualcuno avrà voglia di leggere questo nostro scritto, e far un pensierino? L’importante è parlarne.

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