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L'OSPITENozionismo, decontestualizzazione e sorveglianza dell’insegnamento: è questa la civica che vogliamo?

07.09.17 - 10:34
Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA)
Ti Press
Nozionismo, decontestualizzazione e sorveglianza dell’insegnamento: è questa la civica che vogliamo?
Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA)

Il Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA) si oppone fortemente al controprogetto all’iniziativa popolare «Educhiamo i giovani alla cittadinanza (diritti e doveri)» posto in votazione il prossimo 24 settembre. Invitiamo perciò tutte le elettrici e tutti gli elettori a votare NO alla riforma della Legge della scuola per impedire l’introduzione di una materia a sé stante per l’educazione civica.

Uno dei motivi centrali per il quale respingiamo questa modifica di legge il rischio di rendere lo studio della civica puramente nozionistico, dunque per nulla interessante agli occhi delle studentesse e studenti e, anzi, probabilmente addirittura controproducente. Un’imposizione di questo genere potrebbe infatti creare un disprezzo generale verso la materia che allontanerebbe i giovani dalla politica piuttosto che avvicinarveli: l’introduzione di una nuova nota quale valutazione di una materia da due sole ore mensili condurrà l’allievo a studiarne mnemonicamente gli scarsi contenuti, facendo risultare la civica un insegnamento inutile sul medio lungo termine.

La vera educazione alla cittadinanza si crea attraverso un percorso strutturato che passi da materie come storia, geografia, filosofia, economia, diritto, ecc. Ma come facciamo ad educare alla cittadinanza e ai loro diritti politici i futuri cittadini, se non sanno da cosa derivano questi diritti e come sono stati conquistati? In questo senso, va fatto notare come l’interdisciplinarità nell’insegnamento della civica è sia stato messo a dura prova negli ultimi decenni da una progressiva svalutazione delle materie umanistiche, abbandonate in favore delle discipline economicamente più redditizie invocate a gran voce da chi oggi si erge a difensore dell’educazione civica.

La democrazia è innanzitutto partecipazione e deve essere praticata anche a scuola, attraverso il coinvolgimento degli studenti nelle decisioni che li riguardano in prima persona. Non dimentichiamo che il dibattito è parte integrante della politica e che il posto migliore per mettere a confronto idee, simili o contrapposte che siano, sono proprio le assemblee e i comitati studenteschi (per il cui reale riconoscimento il SISA lotta fin dalla sua fondazione). Per rendere davvero coscienti gli alunni di cosa significhi amministrare la cosa pubblica una interessante modalità di apprendimento possono essere le giornate autogestite, che vengono tuttavia sempre più gestite dall’alto e svuotate di ogni contenuto di carattere politico o critico, senza creare quel senso di responsabilità e di riflessione necessario per crescere anche come cittadini consapevoli.

Ricordiamo infine come l’imminente votazione sia viziata da una chiara volontà di strumentalizzazione politica, in quanto i promotori della nuova materia contano su una clamorosa vittoria solo per potersi intromettere (come essi stessi ammettono) nella gestione dell’insegnamento della civica. In tal senso, è interessante notare come questi ultimi, ora intenti ad elogiare le virtù della democrazia diretta, siano anche i primi pronti ad aprire il borsello per raccogliere firme: sono questi i valori e gli usi democratici che si vorrebbero trasmettere a noi giovani?

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