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L'OSPITEÈ tempo di osare per un Ticino libero di muoversi

31.05.17 - 06:00
Christian Bruccoleri, Presidente Giovani Liberali Radicali del Mendrisiotto
Tipress
È tempo di osare per un Ticino libero di muoversi
Christian Bruccoleri, Presidente Giovani Liberali Radicali del Mendrisiotto

Ben un anno è ormai trascorso da quanto alcuni nostri Granconsiglierieri hanno deciso di sottoporre al Consiglio di Stato la mozione “Liberi di muoversi 2.0 (mobilità transfrontaliera)” - Fabio Käppeli primo firmatario, insieme a Nicola Pini, Fonio e Durisch - sul tema della mobilità nel nostro Cantone. Testo interessante che propone alcuni spunti di riflessione su come migliorare la questione del traffico in Ticino e pone alcune questioni chiave sull’utilizzo dei fondi interreg, sulla promozione del lavoro transfontaliero in ambito della Regio Insubrica e su dei possibili accordi bilaterali con l’Italia inerenti al Cabotaggio.

Sono passati sei mesi, invece, da quando il Consiglio di Stato ha risposto a questa mozione dicendo che quanto sottoposto e domandato loro dai mozionanti è già stato largamente preso in considerazione e che le proposte sono - se non già state attuate - in fase di attuazione.

Sicuramente la risposta data dall’Esecutivo cantonale aveva lasciato ben sperare e soprattutto pensare che a breve si sarebbero visti dei risultati concreti e di miglioramento. Ahimè in sei mesi ancora non si è mosso nulla: il traffico è sempre costantemente bloccato, la qualità dell’aria rimane la stessa e i mezzi di trasporto pubblici sono sempre più affollati. Per di più in questo lasso di tempo si sono dovute adottare delle misure temporanee per risanare la qualità dell’aria, creando non poca polemica.

Come cittadino ticinese e soprattutto del Mendrisiotto mi posso sentire profondamente deluso da quanto sta accadendo e dalla situazione che siamo costretti a vivere quotidianamente. Da una parte trovo semplicemente assurdo che ogni mattina, nei giorni feriali, per recarmi da Chiasso fino a Lugano ho 2 opzioni, una peggiore dell’altra: un treno affollato in cui non trovo posto a sedere o un viaggio in macchina che dura un’ora e mezza. Sicuramente è arrivato il momento di dire basta e di procedere con il cambiamento.

Sì, devo ammettere che qualche tentativo è stato fatto, ma temo che si sia andati nella direzione sbagliata: esempio su tutti è la tassa di collegamento, che non solo è andata a colpire pesantemente chi non avrebbe dovuto toccare (quando è stata applicata preventivamente), ma ora ha avuto l’effetto contrario a quello sperato, ora ha creato dissidio con un ricorso che ne ha tarpato le ali immediatamente. Sono d’accordo con il Consiglio di Stato che esprime la volontà di far fronte ai nostri problemi adottando il principio di territorialità nelle soluzioni ricercate e quindi cercarne in primis a livello nostrano, tuttavia mi pare che la situazione sia arrivata a un punto di criticità tale per cui i miglioramenti debbano essere ricercati ad un livello più ampio e secondo visioni più lungimiranti.

Una soluzione semplice, veloce e che accontenti tutti, ne sono ben conscio, non é dietro l’angolo; ciò nonostante non bisogna demordere e smettere di crederci. Se il Consiglio di Stato nel suo messaggio ha espresso interesse nello studiare la possibilità di prendere accordi con l’Italia, ora è il momento di farlo! Non chiudiamoci in noi stessi, ma apriamoci alle possibilità che ci vengono offerte puntando ad una “win-win situation”. Non abbiamo paura di investire all’esterno del nostro territorio, per esempio costruendo più posteggi per il carpooling o implementando le linee di trasporto pubblico transfrontaliere che colleghino dei posteggi costruiti ad hoc con i centri in cui il frontalierato di riversa maggiormente (Chiasso, Mendrisio, Lugano e Bellinzona). Sfruttiamo al meglio i fondi interreg che sono a disposizione per studiare e sanare proprio anche questo tipo di problemi.

Il lassismo non ha mai portato a nulla di buono e nemmeno il far finta che i problemi non ci siano e che la loro soluzione sia impossibile. Ora è arrivato il momento di osare, ora è tempo di migliorare per il presente e per il futuro della nostra mobilità.

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