Cerca e trova immobili

OSPITENo alla privatizzazione delle AIM

27.02.17 - 08:38
Gabriele Manzocchi, CC Insieme a Sinistra Mendrisio, membro del comitato referendario
No alla privatizzazione delle AIM
Gabriele Manzocchi, CC Insieme a Sinistra Mendrisio, membro del comitato referendario

Il prossimo 5 marzo i cittadini e le cittadine di Mendrisio saranno chiamati alle urne per esprimersi sul referendum, promosso e sostenuto dai gruppi di Insieme a Sinistra e Verdi, contro la trasformazione in società anonima delle sezioni elettricità e gas delle aziende industriali del Comune.

Nonostante il fronte favorevole al cambiamento sostenga l’esatto contrario, questo processo rappresenta in tutto e per tutto una formale privatizzazione delle AIM, la cui totalità delle azioni resterebbe in mano comunale. Basta infatti consultare l’enciclopedia Treccani per verificare che uno dei significati del termine privatizzazione è proprio la “trasformazione di un ente pubblico in persona giuridica privata". Una definizione che riflette perfettamente la manovra adottata dal Municipio ossia il passaggio da azienda municipalizzata a società anonima.

Il motivo che spinge i promotori della SA a negare in modo ostinato la correttezza del vocabolo "privatizzazione" non è nient’altro che una scelta di marketing politico per distrarre i cittadini dal legame tra il caso di Mendrisio e quello delle svariate privatizzazioni a cui abbiamo assistito a livello federale, come ad esempio quella della Posta, i cui effetti nefasti nel nostro distretto sono oggi sotto gli occhi di tutti. È innegabile che ci siano delle differenze tra l’entità giuridica della Posta e quella di una possibile AIM SA. Tuttavia alcuni punti comuni dimostrano come tale esempio non sia affatto fuorviante: è incontestabile che entrambe sono di proprietà pubblica al 100% ed è altrettanto vero che entrambe sono gestite attraverso strumenti di diritto privato.

È proprio in questa gestione privatistica che i sostenitori del referendum vedono la vera minaccia. Infatti, all’interno delle dinamiche di una società anonima, la finalità della massimizzazione dei profitti prevarica la garanzia per gli utenti di un servizio pubblico di qualità che, in questo caso, può essere sia economica che ecologica. Una SA non impone unicamente un nuovo tipo di gestione ma, per sua natura intrinseca, anche degli interessi che differiscono da quelli di un’azienda municipalizzata (forma giuridica attuale delle AIM).

Per di più le dinamiche private che reggono una SA sfuggono al controllo democratico. Difatti Municipio e Consiglio Comunale potranno solamente indicare all’eventuale Consiglio d’Amministrazione delle direzioni da seguire. Inoltre le decisioni prese in seno al CdA non sarebbero più né controllabili dagli organi comunali né referendabili. Esempio emblematico di questa gestione quantomeno poco democratica è l’acquisto da parte delle AIL SA di azioni ALPIQ, decisione presa in maniera indipendente dal CdA che si è poi tradotta per le aziende luganesi in una perdita milionaria, conseguenza della svalutazione del titolo azionario.

Garantiamo quindi una gestione sana e democratica della nostra azienda, evitando di imbarcarci nelle acque tutt’altro che limpide e cristalline della gestione privatistica di un bene costruito con saggezza lungo generazioni. Il 5 marzo votiamo NO!

 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE