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OspiteReferendum AIM: luce sulle inesattezze

23.02.17 - 18:15
di Luca Maghetti, avvocato e membro Comitato referendario contro la trasformazione dell'AIM in Società anonima
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Referendum AIM: luce sulle inesattezze
di Luca Maghetti, avvocato e membro Comitato referendario contro la trasformazione dell'AIM in Società anonima

Premessa - In un dibattito politico è normale non risparmiare colpi all’avversario.
Tuttavia il Comitato referendario è convinto che l’ente pubblico, in concreto il Municipio ha, in questo caso, esagerato nel perorare tramite i suoi rappresentanti le proprie ragioni. In effetti da un ente pubblico ci si deve aspettare una correttezza nell’affrontare argomenti di interesse collettivo proprio nel rispetto del mandato popolare ottenuto.

Ripercorrendo il comunicato stampa 8 febbraio 2017 del Municipio, il Comitato referendario tiene evidenziare una serie di affermazioni non vere da parte dell’autorità comunale:

AIM è un’azienda piccola e il mercato dell’energia elettrica dà attualmente pochi margini. In questo contesto è falso che AIM possa diventare un soggetto rilevante nel mercato dell’energia proprio per le sue piccole dimensioni. La tendenza attuale è invece verso una riunione di forze come vorrebbe l’AET.

AIM è un’azienda che versa in buone condizioni dal profilo finanziario. Tutto ciò grazie al buon lavoro effettuato negli anni. Ora, non si vedono ragioni per cambiare un “cavallo vincente” in una forma giuridica che avrebbe poi dinamiche tutte sue, poiché la gestione della stessa incomberebbe sostanzialmente al Consiglio di amministrazione che, ricordiamo, sarà composto secondo una stretta ripartizione partitica e non secondo criteri di competenze professionali specifiche.

Nella comunicazione del Municipio si intravvede una sorta di esaltazione delle strutture private quali paladine di efficienza e di modernità.
Queste esternazioni sono smentite dalla cronaca quotidiana dove abbiamo assistito in questi anni a numerose gravi disavventure finanziarie di colossi privati, salvate unicamente dal sostegno pubblico.
Il Comitato referendario vuole che AIM continui con una gestione oculata del bene pubblico e non si avventuri, con la nuova forma di SA, in speculazioni o avventure finanziarie che potrebbero portare alla sua rovina con grave danno anche per il personale, oltre che per le finanze del Comune.

Proprio la questione del personale appare ulteriormente oggetto di disinformazione da parte del Municipio. Se è vero che è previsto un contratto collettivo, lo stesso non può necessariamente prevedere le stesse garanzie dal profilo della durata dell’impiego di un Regolamento comunale, tant’è che il contratto collettivo potrebbe essere rinegoziato ogni 4 anni. Eventuali licenziamenti – paventati dalla controparte e dal sapore di pressione psicologica sui dipendenti - sarebbero più facili in regime di società privata che sotto un’azienda municipalizzata per la quale il licenziamento è fondamentalmente solo per motivi disciplinari.

La comunicazione del Municipio e del comitato favorevole alla SA fanno incessantemente leva sulla necessità di garantire un “futuro alle AIM” ricorrendo spesso a concetti propagandistici che mitizzano la SA, quasi fosse l’unica forma dinamica di gestione. Niente di più falso. Sono le persone, con regolamenti interni che potrebbero anche essere adottati dalle AIM come aziende municipalizzate, a fare la performance di un’azienda, non certo il vestito giuridico.
Sappiamo benissimo che le aziende municipalizzate di Bellinzona sono dinamiche, moderne, garantiscono il futuro della propria azienda anche facendo capo a crediti quadro, anche per l’attività per la promozione del fotovoltaico. Non vi è alcuna ragione impellente perché per portare avanti il fotovoltaico ci voglia una SA né tantomeno il Municipio è in grado di indicare ragioni impellenti in questo senso, proprio perché non esistono.

Vi è poi un’insistenza di snellimento delle procedure verso clienti commerciali che vorrebbero investire in fotovoltaico sui tetti delle proprie aziende. Anche in questo caso si dimentica volutamente che gli investimenti richiedono in ogni caso un’adeguata procedura. I relativi importi potrebbero comunque essere messi a disposizione tramite i cosiddetti crediti quadro che potrebbero essere rinnovati ogni anno. Quindi non vi è alcuna sostanziale velocizzazione con la SA contrariamente a quanto sostenuto da Municipio e comitato interpartitico.

Le nuove AIM trasformate in SA potrebbero garantire prezzi migliori. Ciò è tutto da dimostrare e le incertezze di una nuova gestione tramite il CdA, non certo professionale, possono far temere in realtà il contrario.
Le AIL di Lugano hanno dimostrato, da una parte che vi sono stati investimenti, segnatamente in azioni Alpiq, che hanno cagionato grosse perdite, di nuovo a carico della collettività. Proprio il Consiglio comunale di Lugano si è posto il problema della “governance” relativa alle varie SA della Città e sta sviluppando una normativa che possa permettere un maggiore controllo delle loro attività, compresa ovviamente quelle delle AIL.

Vi sono poi ingenti costi di gestione, legati al Consiglio di amministrazione ma anche maggiori oneri fiscali, sia di costituzione della società anonima, sia ricorrenti sugli utili fra cui tasse cantonali e federali che non certo rientrerebbe nel circolo finanziario del Comune.

Sostenere che una AIM trasformata in SA potrebbe dare aiuti pubblici è di nuovo un gioco a somma zero dal profilo economico.
In effetti gli aiuti alle attività di interesse pubblico possono essere operate comunque dal Comune senza particolari problemi.

La vera ragione di questa trasformazione - si capisce perché il Municipio non lo ammette: metterebbe in discussione la sua politica finanziaria negli anni trascorsi - è di far quadrare i conti con una rivalutazione del patrimonio delle AIM di 30 milioni (la Città diventa proprietaria di azioni per 30 milioni di franchi). Così facendo Mendrisio si ritroverebbe solo apparentemente più ricca.

Il municipale Marco Romano ha sostenuto recentemente che la trattativa tra AIL e AIM per l’acquisto da parte di quest’ultima delle reti di alcuni quartieri, non è ancora avvenuta poiché AIL SA si rifiuta di trattare con AIM in quanto non SA.
Chi è attivo politicamente sa che negli scorsi anni il Municipio ha fornito in realtà a questo riguardo un’altra spiegazione: la trattativa era in corso ma vi erano divergenze di prezzo che non permettevano di concludere.
Il cittadino deve potersi fidare di quanto riferiscono i propri rappresentanti in Municipio. Tuttavia questa fiducia viene meno quando l’ente pubblico incorre contraddizioni come quella evidenziate.

Per tutte queste ragioni la cittadinanza deve votare un NO senza esitazioni. Le AIM funzionano bene, sono stabili e hanno un futuro, senza la trasformazione in SA.

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