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OSPITEBasta con il dumping salariale in Ticino!

13.09.16 - 11:00
Unione sindacale svizzera Ticino e Moesa
Basta con il dumping salariale in Ticino!
Unione sindacale svizzera Ticino e Moesa

In merito alle votazioni del 25 settembre il Comitato cantonale dell’Unione sindacale svizzera - Ticino e Moesa invita a sostenere l’iniziativa “Basta con il dumping salariale in Ticino” e denuncia l’inganno di “Prima i nostri”. “Basta con il dumping” offre degli strumenti di lotta al degrado del mondo del lavoro. Al contrario, l’iniziativa “Prima i nostri” serve a sabotarli.

In Ticino i salari mediani sono in costante diminuzione e si diffondono il precariato e la messa in concorrenza dei lavoratori. Sempre più persone si rivolgono alle strutture di assistenza trovandosi a vivere sulla soglia della povertà. Regolarmente emergono scandali a proposito di paghe indecenti da 1500-2000 franchi al mese. I Sindacati presenti sui luoghi di lavoro da tempo denunciano la vera e propria giungla dove addirittura alcuni datori di lavoro falsificano le buste paga e costringono i dipendenti a restituire sottobanco parte del salario. Di fronte a simili abusi sono indispensabili sanzioni drastiche e verifiche a tappeto per fermare chi specula sulla pelle dei lavoratori. L‘iniziativa contro il dumping chiede misure incisive di controllo. Permette la realizzazione di una migliore ispezione del lavoro, rende obbligatorio annunciare i contratti di lavoro indicando il salario e consente la creazione di una seria statistica salariale per monitorare la situazione. L’iniziativa “Basta con il dumping” va dunque chiaramente sostenuta. La campagna dei contrari si basa sulla disinformazione e la paura a proposito dei costi, ma investire lo 0.18% della spesa globale del Cantone per combattere uno dei problemi più drammatici per la popolazione ticinese non è per nulla esagerato.

L’iniziativa “Prima i nostri” ha lo scopo di distogliere l’attenzione da chi stabilisce norme blande e salari da fame verso chi queste norme e questi salari deve accettarli per campare. Non a caso i promotori di questa iniziativa sono gli stessi che sabotano e rendono ridicole le misure di accompagnamento. In realtà i promotori difendono unicamente i loro profitti. Sanno bene che dividendo i lavoratori risulta più facile imporre la legge del più forte. Alimentando la guerra tra categorie di lavoratori, tra “noi” e “loro”, si possono mantenere salari bassi e regole insufficienti. Queste politiche hanno creato un’”economia” fatta di capannoni e sfruttamento. Bisogna dunque opporsi a chi sostiene che la “colpa” sia dei lavoratori che accettano salari troppo bassi omettendo di dire che sono i datori di lavoro che li assumono, magari in sostituzione di residenti, allo scopo di massimizzare i profitti. Se non si agisce sui salari, anche se passerà “Prima i nostri” ci si troverà nella situazione attuale: povertà diffusa e paghe indecenti. Nella loro iniziativa i promotori si sono ben guardati dal menzionare i livelli salariali. “Prima i nostri”, al di là dello slogan ad effetto, significa colpevolizzare le persone piuttosto che migliorare le regole.

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