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L'OSPITESe la rendita AVS è indebolita, le donne sono quelle che soffriranno di più

06.09.16 - 12:15
Pepita Vera Conforti, presidente Coordinamento donne della sinistra
Se la rendita AVS è indebolita, le donne sono quelle che soffriranno di più
Pepita Vera Conforti, presidente Coordinamento donne della sinistra

In questi primi mesi di attività la maggioranza del parlamento ha mostrato la sua vera politica antisociale, con uno spiccato disprezzo per le politiche di parità (rifiuto della revisione della legge parità), poca propensione a prendere in considerazione misure a favore della conciliazione tra famiglia e lavoro (bocciata la proposta di due settimane di congedo paternità) e scelte sulla previdenza vecchiaia orientata all'aumento dell'età AVS (a 67 anni per tutti e senza forme di flessibilità) e a favore il 3o pilastro (quindi a dare in mano la nostra possibilità di benessere in età di pensione ai grossi gruppi assicurativi e bancari).

Per questo motivo dobbiamo rafforzare l'AVS, non possiamo permettere che l'idea geniale votata nel 1945 dal popolo svizzero di introdurre un sistema solidale tra le generazioni per dare di che vivere in modo dignitoso a tutti noi che diventiamo vecchi, venga svuotata dalla miopia di questo parlamento.

É vero che da quando è stata istituita l'AVS (1946) e successivamente la previdenza professionale (secondo pilastro, 1985) la vita di uomini e donne è cambiata, ma anche il contesto economico in cui viviamo. Sempre più persone sono confrontate con fenomeni di contrazione dei salari (quando non addirittura di dumping). Si può dire che un lavoro non è per la vita e, anzi, si cambia professione e posto di lavoro molto più frequentemente, con il rischio che passando da una cassa pensione all'altra vi sia una diminuzione importante della futura rendita. L'inizio tardivo del primo impiego, la riduzione del tempo di lavoro o le interruzioni per periodi di formazione, la momentanea disoccupazione, lunghi periodi di stage, o ancora la necessità di prendersi cura dei figli determinano inoltre una ridotta capacità di maturare risorse per il secondo pilastro. Se molti anziani di oggi hanno potuto "risparmiare" con l'assicurazione sulla vita (3o pilastro), sempre più le modalità così incerte e variabili del lavoro rendono quasi impossibile per la maggior parte delle persone pagare una rendita privata.

Il primo pilastro, quindi l'AVS, è l'unica rendita che può garantire una base solida per una vita dignitosa alle persone anziane, in particolare alle donne. Perché se oggi molte difficoltà di accesso al lavoro e di salario sono comuni anche agli uomini, noi donne (anche giovani) da sempre sommiamo condizioni particolarmente sfavorevoli: disparità salariali, difficoltà ad accedere a carriere, tempo di cura (a figli e genitori) prestato gratuitamente e non riconosciuto, salari più bassi nei settori a grande presenza femminile. Questo stato di cose determina che sono proprio le donne anziane a ricorrere più frequentemente agli aiuti sociali, a dover vivere contando prevalentemente sull'AVS.

Per questo motivo l'AVS deve essere rafforzata, ne trarranno un vero beneficio donne e giovani.

 

 

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