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L'OSPITE1° giugno: la Svizzera dà inizio a un nuovo futuro

31.05.16 - 13:00
Paolo Papa, Val Calanca Gran Consigliere Cantone dei Grigion
Tipress
1° giugno: la Svizzera dà inizio a un nuovo futuro
Paolo Papa, Val Calanca Gran Consigliere Cantone dei Grigion

Ma quale sarà l’avvenire delle regioni alpine, se il progetto di parco nazionale Parc Adula, espressione dei valori nazionali, venisse affossato dall’amministrazione federale? Il San Gottardo è il simbolo della coesione, dell’indipendenza e dell’identità nazionale. E’ la quintessenza dell’alleanza confederale e dei suoi valori. E’ qui che s’incontrano le regioni linguistiche e culturali della Svizzera. Ed è qui che il coraggio e il pionierismo elvetico si sono forgiati. La storia e lo sviluppo del nostro Paese sono profondamente legati a questo massiccio, che il 1° giugno sarà protagonista di un nuovo importante capitolo. La galleria di base del San Gottardo darà nuovo slancio alle aree urbane e agli agglomerati, grazie a tempi di percorrenza più brevi. Pochi però si chiedono cosa accadrà alle regioni alpine. Cosa ne sarà delle regioni a ridosso del San Gottardo? Che cosa succederà in Calanca, in Mesolcina, in Surselva, nella Valle del Reno posteriore e in Valle di Blenio? La Svizzera non è composta solo da città e agglomerati. L’ebrezza per il battesimo del tunnel ferroviario più lungo del mondo non deve far dimenticare le zone di montagna. L’identità svizzera da sempre si fonda sulla diversità culturale, geografica e politica. Le regioni più discoste devono avere la possibilità di sviluppare le proprie peculiarità e devono anch’esse beneficiare di un’equa distribuzione delle risorse, come giustamente si sottolinea tra l’altro nelle pagine online dell’amministrazione federale. Se però queste parole non sono accompagnate dai fatti, a traballare è la coesione nazionale, il rapporto tra le regioni del paese, tra città e montagna. A scricchiolare è l’identità della Svizzera e di riflesso anche la sua immagine all’estero. Se vogliamo tenere unito il nostro Paese, la Confederazione (e per essa intendo la politica stessa, ma anche l’Amministrazione federale) devono fare chiarezza; devono dire cosa vogliono fare delle regioni alpine e rivelare quali progetti intendono perseguire. Un esempio su tutti: il progetto Parc Adula, che rischia di essere affossato dagli uffici federali, che hanno improvvisamente avanzato nuove richieste cambiando così le regole del gioco. Fino a ieri questi uffici hanno condiviso le basi sulle quali è stato sviluppato il progetto Parc Adula! Per me è chiaro che le restrizioni nella zona centrale (peraltro già in parte regolamentate) vanno accettate, solo se è possibile avere uno sviluppo economico e turistico nella zona periferica e senza altre restrizioni oltre a quelle già esistenti. Questo è il principio sul quale si è lavorato negli ultimi 15 anni e sul quale si è costruito il consenso della base: municipi, consigli comunali, patriziati, gruppi di lavoro, commissioni, popolazione hanno creduto e sostenuto l’idea di un parco a misura d’uomo e hanno promosso un progetto che da ancora ampi spazi di libertà e di attività al cittadino che ha la fortuna di vivere nella regione del parco. Le prese di posizione degli alti funzionari di Berna sono in netta contraddizione con quanto concordato con le autorità cantonali preposte al progetto. Berna deve quindi fare chiarezza sulle manovre dei suoi alti funzionari, altrimenti il processo democratico si blocca, perché non è possibile andare in votazione senza avere la garanzia del riconoscimento del marchio “Parco nazionale”. Fino ad ora sul progetto Parc Adula sono stati investiti circa 10 milioni di franchi. Soldi che rischiano di esser polverizzati. A disintegrarsi sarebbe anche la prospettiva di uno sviluppo sostenibile per 17 Comuni tra Grigioni e Ticino. La regione del futuro Parc Adula, con le sue diversità linguistiche e culturali, è una piccola Svizzera nel cuore delle Alpi. Auguriamoci che il 1° giugno, quando saranno decantati i valori elvetici, incarnati dal massiccio del San Gottardo, si spenda una parola o perlomeno ci si ricordi di quanto sta sopra il tunnel ferroviario più lungo del mondo: le regioni alpine e il loro inestimabile valore naturale, gioiello di biodiversità e paesaggistico ancora incontaminato.

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