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OSPITETrasporti pubblici sì, nuove tasse no

24.05.16 - 15:00
Lorenzo Pianezzi, Presidente Hotelleriesuisse Ticino
foto tiPress
Trasporti pubblici sì, nuove tasse no
Lorenzo Pianezzi, Presidente Hotelleriesuisse Ticino

La tassa di collegamento che siamo chiamati a votare il prossimo 5 giugno 2016, viene presentata alla popolazione come necessaria per diminuire il traffico privato e necessaria per finanziare il trasporto pubblico. Il primo punto si esclude purtroppo da solo, perchè l’attuale rete di trasporti pubblici non copre sufficientemente il territorio ticinese, quindi l’utilizzo del mezzo privato resterà comunque una priorità. Il secondo punto subisce la medesima sorte del primo: perché il giusto principio che va sollevato resta l’indiscutibile fatto che il trasporto pubblico deve, come peraltro succede negli altri Cantoni, essere finanziato tramite le regolari imposte che ogni cittadino diligentemente paga annualmente. Creare quindi una tassa per finanziare un servizio che dovrebbe essere già ampiamente finanziato è ingiusto e fuorviante. C’è il grande rischio di creare un forte precedente che potrebbe pesare su tutti i contribuenti. In una qualsiasi prossima situazione in cui il Cantone si trovi in difficoltà nel far quadrare i bilanci, con il sistema proposto, la soluzione sarebbe facilmente a portata di mano: semplice! si fa approvare una nuova tassa che verrà utilizzata per coprire costi che andrebbero altrimenti e normalmente coperti con le regolari e abituali entrate fiscali. Si ottengono maggiori entrate, si salva così il bilancio dello Stato, non si devono fare sforzi per ridurre la spesa pubblica e si carica il tutto sul cittadino. E’ un ragionamento troppo banale! Una deriva nel compito dello Stato, che, secondo giusti parametri economici, è chiamato invece ad aiutare il cittadino a creare ricchezza, fornendo le regole e le basi che permettano un rifiorire continuo dell’economia, che crea quindi posti di lavoro e a sua volta, indotto per lo Stato stesso tramite le imposte che già esistono. L’economia non può avvallare uno Stato che stritola il cittadino con nuove tasse per coprire il proprio fabbisogno. Gli unici chiamati a fare ulteriori sacrifici finanziari saranno i Collaboratori, che dovranno prendersi a carico una nuova imposta. Il Dipendente sarà chiamato alla cassa per saldare il nuovo costo dei parcheggi. In un periodo di vera recessione, dove il settore terziario è in forte contrazione, dove il costo della nostra moneta è per alcuni paesi proibitivo, dove il turismo arranca, dove gli Imprenditori sono costretti a ridurre i costi e a trovare nuovi possibili vie per aumentare i ricavi, non è opportuno introdurre nuove tasse. Nelle nostre imprese sappiamo molto bene che non possiamo fare a meno di mantenere comunque intatto l’ottimo servizio offerto o addirittura, là dove sia possibile, incrementare l’eccellenza, per andare incontro ad un servizio che il nostro Cliente, abituato ormai a girare il mondo, si aspetta anche in Ticino, con la sola differenza che determinati servizi all’estero hanno un costo nettamente inferiore. Trattandosi di una tassa fondiaria, c’è la possibilità che i proprietari degli stabili dei nostri alberghi si vedano recapitare una nuova voce da inserire nel conto economico, voce che verrà rigirata sulla gestione corrente e che a sua volta andrà ad aumentare i costi che il datore di lavoro girerà sul proprio dipendente. E’ indubbio che il futuro dei trasporti pubblici ticinesi andrà verso un netto miglioramento dal punto di vista dei collegamenti. Con gli investimenti ferroviari come Alptransit e il tunnel di base del Monte Ceneri, vengono avvicinate tutte le distanze interne al Cantone, i poli principali saranno raggiungibili con una manciata di minuti. Aumenterà l’utilizzo del trasporto pubblico, rendendo ancora più attrattivo turisticamente ed economicamente il nostro Cantone, andando a migliorare anche la nostra qualità di vita. Tutto ciò faciliterà già la mobilità interna, così come l’utilizzo dei trasporti pubblici. I corretti collegamenti tra centri cittadini e periferia faranno diminuire l’utilizzo del mezzo privato. Non possiamo pretendere invece che una nuova tassa funga da incentivo per l’utilizzo del trasporto pubblico. Il cittadino pagherà volentieri un nuovo abbonamento o un nuovo biglietto per un servizio pubblico efficiente, ma non è corretto introdurre una nuova tassa che vanta promesse di diminuzioni del traffico, che comunque non potranno mai verificarsi, se non si sistema prima la rete dei trasporti pubblici. Proprio questo sarà uno dei temi principali dei prossimi anni, ma se iniziamo ad azzoppare lo sviluppo di un bene necessario come il trasporto pubblico, con neanche troppo velati ricatti per giustificare nuove tasse, che non andrebbero comunque a creare i benefici tanto sbandierati di diminuzione del traffico, ci ritroviamo ai piedi della scala, con un servizio pubblico di difficile utilizzo e una nuova tassa comunque da inserire alla voce dei costi.

 

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