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L'OSPITELa sanità non è un affare

19.05.16 - 14:00
Michela Delcò Petralli, granconsigliera per i Verdi del Ticino
Tipress
La sanità non è un affare
Michela Delcò Petralli, granconsigliera per i Verdi del Ticino

Non ho mai fatto mistero della mia ferma contrarietà alla costituzione di società miste pubblico/privato, mentre ho sempre sostenuto le collaborazioni puntuali tra pubblico e privato, purché le stesse non pregiudichino il settore pubblico e non si sovrappongano a prestazioni già coperte nel settore pubblico.
Non ho nulla contro le cliniche private, ma queste strutture, finanziate con soldi pubblici, lavorano per il profitto. Gli utili conseguiti non sono condivisi con il pubblico, che pure li finanzia. I doppioni nell’offerta sanitaria ticinese (privato e pubblico), soprattutto a livello ambulatoriale, hanno causato e continuano a causare un aumento della spesa pubblica e contrastano la necessità di raggruppare sotto un unico e medesimo tetto, pubblico, le prestazioni super specialistiche. Il Ticino deve muoversi verso questo obiettivo. Un obiettivo che non si potrà raggiungere se le prestazioni vengono disperse qua e là per il Cantone a vantaggio dei privati.
La revisione della Legge sull’Ente Ospedaliero Cantonale vuole creare una base legale per poter costituire società miste pubblico/privato.
L’on. Beltraminelli continua a ripetere che ciò è necessario per salvare la competitività dei nosocomi ticinesi, evitando quindi la migrazione dei pazienti al di là del Gottardo.
Ma un dubbio mi viene. Le società miste che si intendono costituire si concentrano tutte sulla maternità/ginecologia (semplice) e neonatologia. Quali sono i rischi di migrazioni di donne incinte oltre Gottardo?
Siamo seri! Le migrazioni oltre Gottardo sono dovute ad interventi specialistici, tra cui molti nemmeno coperti dall’offerta sanitaria cantonale. Ma le mamme non si spostano e nemmeno i neonati, a meno di interventi ultra specialistici, che però, in futuro, dovrebbero venir coperti dal centro di competenza a Bellinzona.
Le società miste servono forse a salvare i privati ma non la qualità dell’offerta sanitaria. Il Sant’Anna ha bisogno di importanti lavori di ristrutturazione, cosi come la Clinica Santa Chiara. La società mista a Lugano dovrebbe operare in un nuovo immobile costruito sul terreno della Génolier, proprietaria della Clinica Sant’Anna. Quindi il pubblico parteciperà alla spesa, alleggerendo l’impegno finanziario della Génolier. Due piccioni con una fava! L’affitto pagato dalla società mista pubblico/ privato verrà calcolato in base ad una percentuale della cifra d’affari? Le voci che circolavano erano veritiere? Pensate voi che il privato non farà di tutto per aumentare la cifra d’affari e distribuirsi gli utili? E come faranno ad aumentare gli utili? Quanti parti cesarei verranno praticati, il cui costo è il doppio rispetto ad un parto normale? Intanto a Lugano, al Civico, rimarranno le operazioni complicate di ginecologia, quelle che sostano e non rendono, tanto per assicurare le prestazioni specialistiche alla società mista.
E a Bellinzona e a Mendrisio? A Bellinzona si credeva di poter creare un centro specialistico mamma/bambino. Questa buona idea andrà a ramengo se voteremo di sì alla revisione della Legge sull’Ente Ospedaliero Cantonale, la società mista si mangerà anche questo progetto.
Con l’apertura della galleria del Ceneri, Lugano e Bellinzona saranno raggiungibili in soli 10 minuti di treno. Possibile che non si voglia credere che il pubblico può farsi artefice di un centro mamma/bambino di eccellenza senza dover investire in cattedrali nel deserto di proprietà privata? Dove tra l’altro verranno disattese le necessità di demedicalizzare il parto, che non è una malattia, malgrado quello che raccontano a noi donne. Le levatrici l’hanno detto: in Ticino mancano dei reparti gestiti dalle sole levatrici che assistano le donne dall’inizio della gravidanza e le accompagnino fino al parto. Questo è il futuro a cui dovremmo tendere. La revisione della LEoc ci fa marciare sul posto e anzi farà aumentare i costi sanitari e svuoterà i nosocomi pubblici.
Per tutto questo e per molte ragioni ancora che riempirebbero le pagine di un libro, voterò NO alla revisione della Legge sull’Ente Ospedaliero Cantonale.

 


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