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L'OSPITEIl futuro della RSI

03.02.16 - 20:28
Segreteria PS
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Il futuro della RSI
Segreteria PS

La radiotelevisione di servizio pubblico, e per i Ticinesi la RSI in particolare, è la nostra radiotelevisione. Nostra perché dà una voce in Svizzera alla minoranza italofona, nostra perché siamo noi a finanziarla, nostra perché come utenti-proprietari abbiamo la possibilità di intervenire con reclami e ricorsi e per il tramite del Consiglio del pubblico. La RSI è un bene prezioso per il suo impatto culturale, per la difesa dell’italianità, per il suo servizio pubblico di informazione e di intrattenimento e come azienda con più di 1’000 posti di lavoro. E tutto questo è possibile grazie alla solidarietà nazionale: la RSI riceve infatti il 20,4% dei mezzi a disposizione della SSR SRG mentre noi Ticinesi siamo solo il 4,5% degli utenti. La RSI va dunque difesa e dobbiamo continuare a sentirla e a viverla come un elemento fondante della Svizzera italiana e della nostra appartenenza a un paese multilingue e multiculturale.

Fatte queste premesse, preoccupa vedere la RSI venir meno come azienda di servizio pubblico al patto sociale e al rapporto di fiducia con il suo territorio e il suo personale. Il Partito Socialista critica quindi con forza tutto l’approccio seguito dalla dirigenza della RSI per realizzare dei risparmi, operando unicamente con licenziamenti. Licenziare è sempre un’operazione dolorosa, alla quale non era certamente necessario aggiungere l’umiliazione dell’espulsione immediata dal posto di lavoro “all’americana”. Il PS chiede per questo che si cerchino altre vie per i necessari risparmi, con il massimo coinvolgimento del personale. E chiede che vi siano veri negoziati con i sindacati, rispettando la tradizione e la cultura aziendale del servizio pubblico.

Il PS invita inoltre tutte le forze politiche a creare un fronte comune in difesa della RSI e del servizio pubblico di informazione, distanziandosi chiaramente da tutti coloro che approfittano di questa crisi per perseguire la strategia autolesionista tesa a distruggere la RSI. Si farebbe tacere questo strumento irrinunciabile della coesione nazionale, della difesa delle minoranze linguistiche e della cultura nel nostro Paese.

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