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L'OSPITELegge sull'artigianato 2013-2016, le criticità del decreto

24.11.15 - 10:30
Ar-Ti Associazione degli Artigiani del Ticino
Legge sull'artigianato 2013-2016, le criticità del decreto
Ar-Ti Associazione degli Artigiani del Ticino

Gli scorsi giorni la nostra associazione ha inviato all’indirizzo del lodevole CdS, un rapporto (che trovate allegato) riguardante la nostra presa di posizione in merito al decreto legge sull’artigianato 2013/2016.

Il presente comunicato ha il fine di rendere pubbliche le diverse e gravi criticità che, come associazione maggiormente attiva sul suolo cantonale, abbiamo riscontrato in 3 anni di gestione Glati.

La nostra associazione, come pure altre associazioni e diversi artigiani, hanno già segnalato nel corso degli anni diverse criticità all’indirizzo dell’ufficio preposto al DFE, nonostante alcune prese di posizioni niente è cambiato e l’indirizzo su cui prosegue la gestione Glati è giunto ad un punto ormai intollerabile.

La nostra associazione, nata nel 2009 a Lugano, ha organizzato autonomamente diversi eventi a favore del settore (dalle partecipazioni alla Rotonda del Festival, alla Primavera dell’Artigiano, l’angolo artigiano a San Provino e in molti altri eventi); sapere che, dopo averci rifiutato un minimo aiuto, queste attività vengono definite “lesive dei loro compiti a tutela dell’immagine del comparto dell’Artigianato Ticinese” da parte degli organi della Glati, ente che dovrebbe promuovere il settore è a dir poco scandaloso! Il fatto che la stessa Glati ha cancellato la nostra associazione dai propri documenti è sintomo di una gestione atta a monopolizzare il settore, questo a danno di artigiani e clienti!

Un’ente (auto-proclamatosi maggiormente rappresentativo) è riuscito a far abrogare una legge che tutelava e promuoveva l’artigianato nel cantone; tramite un decreto legislativo beneficiano ora direttamente di ½ milione di soldi pubblici (oltre a quelli ricevuti dai vari ERS) principalmente per finanziare 3 cose:

- progetti quali fiere, esposizioni, eventi e simili;

- aiuti ai negozi dell’artigianato nelle zone periferiche;

- macchinari per i singoli artigiani;

Orbene, in 3 anni di questa gestione, ben poco si è visto a favore della vera promozione e aiuto allo sviluppo di attività artigianali, possiamo anzi ben dire che le uniche attività che son riuscite a crescere – seppur con maggior difficoltà – son state quelle che han progredito senza “aiuto” Glati.

La nostra è una presa di posizione dura ma sicuramente a protezione del vero settore artigianale che vive in Ticino (quello che ognuno può scoprire visitando le botteghe o i mercati in Ticino): non è più tollerabile una gestione autarchica del sostegno pubblico, indirizzato in origine ad un solo e determinato settore (artigianato tradizionale).

Nel corso di questi 3 anni hanno sabotato attività e sospeso artigiani con il solo fine di non condividere la gestione del settore, la cosa così non funziona, specialmente quando si tratta di associazioni senza scopo di lucro!

Il fatto di obbligare degli artigiani a firmare un accordo commerciale che vieta agli stessi di stabilire i propri prezzi di vendita con altri attori su un libero mercato è in netto contrasto con l’aiuto all’auto-imprenditorialità citato nel decreto legislativo. Lo stesso accordo non è nemmeno frutto della volontà collettiva come invece avrebbe dovuto essere secondo quanto stabilito dalla ComCo.

Per contro, non viene nemmeno richiesto, a chi beneficia di tutto questo popò di promozione, di essere al minimo in regola con l’annuncio AVS della propria attività (cosa che favorisce il lavoro in nero a
danno di tutta la comunità), altro fatto sicuramente intollerabile per un’ente che beneficia di soldi pubblici.

La fiera annuale dovrebbe essere in parte finanziata con il sussidio pubblico è invece totalmente a carico degli artigiani e dei clienti (con il 43% di margine che viene aggiunto a quanto versato all’artigiano e con un biglietto d’entrata che fino a 2 anni fa non c’era). Il cliente/contribuente si trova così a pagare 3 volte per un prodotto artigianale, magari frutto di lavoro in nero! (NDR: se l’artigiano vuole 100.- fr. per un’oggetto, alla fiera il cliente paga quell’oggetto 143.- fr. che corrisponde ad un margine di 43%)

La partecipazione degli artigiani a codesta fiera è in calo (basta confrontare le liste degli anni scorsi con quella odierna, togliendo gli stand esterni all’artigianato tradizionale), scopriamo che allora la crescita Glati è ZERO, è invece cresciuto in modo esponenziale “l’espatrio” in altri settori a discapito di quello richiesto dal Decreto Legislativo; ma è nelle cifre che, analizzandole con un minimo di coerenza, si denotanto enormi lacune, è anche per questo motivo che, parallelamente alla presente presa di posizione, si è proceduto ad inoltrare delle denunce atte a far chiarezza sulla situazione legale della Glati.

La nostra Associazione è seriamente preoccupata per lo sviluppo del settore artigianale nel nostro Cantonte e richiede alla classe politica che il decreto legge sull’artigianato venga riesaminato allo scadere del quadriennio e che venga proposta un’equa distribuzione del sussidio a tutti gli attori attivi sul suolo cantonale.

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