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L'OSPITEZona pedonale a Minusio

04.07.15 - 09:54
Marcella Snider Salazar Presidente Associazione Quartiere Rivapiana, Mattia Bacchetta-Cattori e Marco Tommasini, segretario PRO VELO Ticino
Ti-Press
Zona pedonale a Minusio
Marcella Snider Salazar Presidente Associazione Quartiere Rivapiana, Mattia Bacchetta-Cattori e Marco Tommasini, segretario PRO VELO Ticino

“Tanta veemenza”? No, la nostra non è stata una reazione violenta o una levata di scudi, bensì una risposta democratica di fronte a una “non-soluzione” municipale inutile, ingiusta e che crea solamente confusione.

Tommasini, vice sindaco di Minusio, parla di una serie di provvedimenti regolarmente caduti nel vuoto che hanno indotto il Municipio a proporre questo divieto. Se la priorità in via alla Riva fosse davvero la sicurezza e la precedenza al pedone per quale motivo su questa strada pedonale vi è ancora un forte elemento di traffico di autoveicoli? Per quale motivo il Municipio ha di fatto recentemente tolto la segnaletica di zona pedonale proprio lungo questa tratta (sono questi i provvedimenti di cartellonistica di cui Tommasini parla?).

Ricordiamo che nel 2001 l’Associazione Quartiere Rivapiana inoltrò un ricorso per permettere che via alla Riva restasse zona pedonale con ammissione di ciclisti. Il Consiglio di Stato diede ragione all’associazione e il Municipio dovette annullare le misure che avrebbero posto il pedone in secondo piano. Di fronte alle pressioni di Provelo Ticino e dell’associazione di Rivapiana, che hanno più volte proposto di creare percorsi per ciclisti su tutto il territorio e di mettere in sicurezza via Simen, le risposte del Municipio sono sempre state vaghe o addirittura assenti. Sono stati questi i provvedimenti con lo scopo di valorizzare via alla Riva e le piste ciclabili del Locarnese?

Tommasini -- quando dice che “un conto è il parere di chi frequenta e abita in zona, un altro è schierarsi genericamente anche se si abita nel Mendrisiotto” -- dovrebbe sapere che la maggior parte dei firmatari della petizione sono abitanti della regione e che la petizione ha pure una richiesta cantonale. Bisogna infatti avere il coraggio di guardare oltre alla realtà comunale, perché un progetto di sviluppo di mobilità lenta e sostenibile può solamente avere luogo in ottica regionale e cantonale. Proprio per questo motivo il Cantone investe numerosi milioni (pubblici di tutti i cittadine ticinesi) per unire agglomerati della Svizzera italiana…il divieto di Minusio ha quindi ripercussioni non solo comunali!

Tommasini ci invita a pazientare tre mesi, il tempo che durerebbe questa sperimentazione, prima di tirare delle conclusioni. Il fatto è che la misura di divieto adottata per essere sostenibile avrebbe dovuto per lo meno prevedere un’alternativa sicura per i ciclisti, ciò che non è il caso, visto che su via Rivapiana e via S.Quirico transitano comunque le auto e non sono state predisposte efficaci segnalazioni del caso.

Auspichiamo che il Municipio di Minusio sappia valorizzare la stradina in via alla Riva senza imporre inutili divieti (Uniti x Minusio ne vorrebbe addirittura tre), bensì proponendo delle misure che possono realmente mettere in sicurezza il pedone in via alla Riva e il ciclista veloce in via Simen o su altri percorsi alternativi.

Ribadiamo infine la necessità di una percezione del luogo chiara e leggibile quale zona pedonale e d’incontro, con ammissione di ciclisti a velocità limitata; fintanto che si adottano misure in contraddizione sia con il Piano regolatore sia con gli stessi obiettivi municipali di preservare la riva al pedone, fintanto che, per fare un ennesimo esempio, durante le feste organizzate proprio da Uniti per Minusio al Portigon si permette ad uno sponsor di esporre su via alla Riva le proprie automobili, come si può pensare che si voglia risolvere veramente la situazione.

Per fare questo bisognerebbe forse ascoltare maggiormente le associazioni che da anni tentano di valorizzare questa magnifica strada.

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