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L'OSPITEFrane e risanamento al tunnel del San Gottardo

27.05.15 - 10:39
Marco Passalia, coordinatore del comitato Sì alla galleria di risanamento al San Gottardo
Frane e risanamento al tunnel del San Gottardo
Marco Passalia, coordinatore del comitato Sì alla galleria di risanamento al San Gottardo

La notizia sulla chiusura della strada del passo del San Gottardo per vari mesi a causa di una frana sul lato urano ci lancia un monito chiaro: il cantone Ticino non può dipendere da collegamenti fragili e poco affidabili con il resto della Svizzera. E la ferrovia quale valida alternativa– si domanderà il lettore più attento – la mettiamo in secondo piano ? Sarebbe un po’ come dire che gli investimenti ferroviari sull’asse nord-sud (vedi Alptransit) tutto sommato non giocano un grande ruolo. Niente di più sbagliato: nei prossimi anni il trasporto su rotaia da e verso il Ticino rivoluzionerà la mobilità, le relazioni economiche nazionali e le dinamiche sociali. Ma il problema che voglio affrontare è un altro.

Facciamo un salto nel futuro di 15 anni quando l’attuale tunnel autostradale del San Gottardo dovrà inevitabilmente essere risanato con una chiusura prevista di almeno 3 anni. Cosa accadrebbe se vi fosse una frana sul passo, come avvenuto in questi giorni, e un’altra sulla linea ferroviaria come avvenuto un paio di settimane fa o nel 2012?

Il progetto voluto dal Consiglio federale e sostenuto dalle Camere federali, dal Governo ticinese, dalla grande maggioranza del Gran consiglio e da 20'000 ticinesi che hanno firmato una petizione ad hoc, prevede la costruzione di una seconda canna autostradale quale alternativa durante i lavori di risanamento. In seguito entrerebbero in funzione due gallerie unidirezionali in modo da evitare un aumento della capacità di transito migliorando nel contempo la sicurezza in maniera netta. In questo contesto di risanamento i referendisti – mi rivolgo soprattutto ai più scettici – sono convinti che la strada del passo (aperta meno di  6 mesi all’anno) e la ferrovia saranno le alternativa valide a tutte le altre forme di trasporto sull’asse nord-sud. Al di là delle opinioni oggettive e autorevoli già formulate da esperti dell’USTRA, delle FFS e da altri ancora, se la pensate così, allora non mi resta che chiedervi di rispondere a queste domande: nello scenario di risanamento summenzionato una frana sulla linea ferroviaria (si veda la chiusura di un mese nel 2012) in contemporanea a una frana sulla strada del passo (si veda la chiusura prevista per i prossimi mesi estivi) non rischierebbero di isolare completamente il Ticino a meno di avere un secondo tunnel ? Siamo disposti a pagare questo caro prezzo in termini di posti di lavoro, indotto economico e turismo?

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