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TICINOSantilli-Zappa, esplorazioni a largo raggio

17.06.14 - 07:00
I musicisti ticinesi Marco Santilli (clarinetto) e Mattia Zappa (violoncello) hanno unito le forze e dato vita a un progetto pressoché unico.
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Santilli-Zappa, esplorazioni a largo raggio
I musicisti ticinesi Marco Santilli (clarinetto) e Mattia Zappa (violoncello) hanno unito le forze e dato vita a un progetto pressoché unico.

TICINO - Sono poche le realtà che fondono i due strumenti. Strumenti che, insieme, si prestano all’elaborazione di sonorità intime e nel contempo orchestrali. Santilli e Zappa sono legati al repertorio classico, ma la loro sete di ricerca, nel corso del tempo, li ha portati a esplorare territori jazz e pop, nonché il kelzmer e il tango. Visto il singolare accoppiamento strumentale e un raggio d’azione illimitato, i due musicisti, di conseguenza, si sono così ritrovati a elaborare trascrizioni e arrangiamenti di composizioni celebri, messe a punto, tra gli altri, da Reinhold Glière, Antonin Dvorak, George Gershwin, Astor Piazzolla, Paul Desmond e Lennon-McCartney. Brani che, in ogni caso, durante le loro esibizioni, si dilatano, si espandono, prestandosi alla pura improvvisazione.

Ma il repertorio del duo conta anche “Equinozio d’autunno”, una suite in quattro tempi concepita da Santilli, ancora inedita su supporto sonoro…

Marco, come è nata la tua composizione?
"Mi è stata commissionata dai “Concerti in San Martino” di Ronco s/Ascona, dove il maggio scorso abbiamo eseguito la “prima”. D’accordo con il celebre clarinettista Karl Leister, per me «il clarinetto è uno strumento dell’autunno», in quanto, come il violoncello, esprime al meglio le sue atmosfere".

Potresti descriverla?
"Prevalgono le tonalità in minore, specie nei movimenti centrali  – che definirei melanconici ma mai tristi – mentre il primo e l’ultimo si nutrono di un piglio movimentato, con più contrasti ritmici".

Quali credi che siano le maggiori influenze musicali confluite al suo interno?
"Probabilmente un certo tipo di jazz europeo e mediterraneo: anche quando compongo musica strumentale credo di scrivere “in italiano”... La maggiore influenza e ispirazione è comunque data dal violoncello di Mattia Zappa, il cui lirismo e versatilità non hanno eguali. Ho cercato di sfruttarlo al meglio, con pizzicati a più voci, effetti, rumori... È un’enorme gratificazione sentire la mia musica attraverso le sue corde..."

La formazione classica non vi ha impedito di sperimentare l’improvvisazione... Non è sempre così… Come puoi spiegare questa cosa?
"Improvvisiamo da sempre, già prima degli studi al conservatorio, indispensabili per conoscere le possibilità espressive-tecniche-timbriche dei nostri strumenti. L’improvvisazione aiuta inoltre ad acquistare scioltezza e fluidità nell’interpretazione di musica scritta. D’altro canto, i musicisti jazz che oggi mi danno più emozione hanno solide basi classiche. Diciamo che, per quanto mi riguarda, non posso prescindere da queste due mentalità musicali".

Il vostro progetto, per ora, è legato soltanto alla dimensione live… Quando il primo album?
"Quest’anno siamo entrambi impegnati con altre produzioni discografiche. Siccome disponiamo ora di svariato materiale originale, potremmo registrare un album nel 2015, magari durante l’equinozio... di primavera".

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