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LUGANOFenomenologia di un comico da tutto esaurito

03.03.14 - 08:18
Ha cominciato a far ridere a scuola, oggi i suoi spettacoli sono sold out. "Ma io sono Pintus, non Grillo". Da Colorado Café a Palazzo dei Congressi, Angelo Pintus spiega il suo successo. "Sono semplice, non parlo di politica. E poi sono il più bello dei comici"
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Fenomenologia di un comico da tutto esaurito
Ha cominciato a far ridere a scuola, oggi i suoi spettacoli sono sold out. "Ma io sono Pintus, non Grillo". Da Colorado Café a Palazzo dei Congressi, Angelo Pintus spiega il suo successo. "Sono semplice, non parlo di politica. E poi sono il più bello dei comici"

LUGANO - Quando ci pensa, Angelo Pintus ride, invece di far ridere. «Magari un giorno riusciamo a fare San Siro», scherza: e in fondo un po’ ci crede. «Non ci si deve mai fermare, bisogna sempre immaginare qualcosa di epico. Però sono già strafelice così». Reso celebre da Colorado Café, domenica sarà a Lugano, ore 17.30 a Palazzo dei Congressi con “Cinquanta sfumature di Pintus”: ma da un mese i biglietti non si possono acquistare. Tutto esaurito: e la nuova data messa in calendario per soddisfare la domanda rimasta inevasa, il 24 ottobre, rischia di avere lo stesso risultato con mesi di anticipo. «Non mi aspettavo tutto questo ovunque. In qualunque posto vada è sold out, da Catania a Lugano. È una cosa meravigliosa».

 

Pintus, ti sei chiesto perché?

“Fa ridere lo spettacolo. Sembra banale, ma non c’è altra spiegazione. Poi mentre sono sul palco lo dico: “Sapete che tornerete anche a ottobre?”. Devi crederci tu per primo se vuoi che ci credono loro”.

 

Come ci riesci?

“Mi viene naturale. Esattamente come facevo a scuola faccio ora: con la differenza che lì rischiavo di essere bocciato, qui è un trionfo. Faccio ridere da quando avevo 10 anni. Ce ne sono voluti 28 per arrivare qui, ma ne è valsa la pena”.

 

Il tuo segreto?

“Diciamoci la verità, dai: rispetto agli altri comici, sono anche molto bello. Sono il più bello dei comici, dopo Fiorello”.

 

Come nasce il tuo spettacolo?

“Nasce dalla mia vita: episodi vissuti dai miei, cose tra amici. Non c’è scrittura, penso a delle situazioni e le racconto. La sfiga di uno fa ridere gli altri. E io di sfiga ne ho avuta tanta”.

 

A conoscerti adesso non si direbbe.

“Per fortuna la vita è una ruota: gira”.

 

Che cosa vedremo domenica?

“Nulla a che fare con il libro. Sono le sfumature della mia vita, dall’infanzia a oggi. Bisogna vederlo: raccontarlo sarebbe come raccontare una canzone. Parto dai personaggi che mi hanno reso famoso. All’inizio le persone vengono per quello che hanno visto di te in televisione”.

 

Il personaggio che fa più ridere?

“Basta nominare Antonio Banderas. Hai presente, la gallina? Non serve altro”.

 

E quando sei soltanto Pintus?

“Racconto la vita quotidiana. Il 50% dello spettacolo è mia madre. Alla gente piacciono le cose semplici. Punto a non essere volgare, non parlo mai di politica. I bambini non la capirebbero ”.

 

La politica fa ancora ridere?

“Basta, basta, basta. La fanno tutti, sempre stessa cosa. Non fa più ridere”.

 

La gente ha ancora voglia di ridere?

“Direi di sì, lo si capisce dal fatto che la sala è sempre piena. Poi la facciamo più grave di quanto realmente sia. Sì, la gente ha bisogno di ridere”.

 

Ti prende mai l’ansia di non riuscire a soddisfarla?

“Mai. Magari ci sono dei posti in cui si ha un po’ più paura, per una forma di rispetto. A Napoli, per esempio, è più complicato fare comicità. Altrimenti, che cosa potrebbe accadere? Dovrebbero esserci solo ex sedute nel pubblico. Loro sì, non riderebbero”.

 

Il tuo pubblico invece qual è?

“Ho un pubblico giovane, ci sono ragazzini che portano tanta energia positiva, ma vengono anche i genitori. Prendo tutti, dai 5 agli 80 anni”.

 

Che cosa ti piace del successo?

“Essere riconosciuto dai bambini, quando mi fermano per strada e mi fanno quel gesto come per dire “Sei ok, sei grande”. Gli altri non mi interessano”.

 

Ma tu da bambino che cosa sognavi di fare da grande?

“Questa cosa qui. Adoro stare in mezzo alla gente. Per quello che dicevano di me da ragazzo, che sarei finito chissà come, è andata bene. Per fortuna la scuola non è mai direttamente proporzionale alla vita. Era già tutto pronto dalla nascita, anche il cognome Pintus. Avessi avuto quello di mia madre, Martini, non avrei potuto fare tutto questo”.

 

Ti senti arrivato?

“Beh, mi sembra ancora incredibile. C’è chi compra il biglietto otto mesi prima. Chi fa tanti chilometri per venirmi a vedere. Nelle dodici date di Milano c’erano persone che venivano da Genova. Cose che io facevo casomai per vedere Grillo. Ma io sono solo Pintus, con tutto il rispetto per me stesso”.

 

E Grillo?

“Prima era un eroe, ora è solo un politico”.

 

Paura o voglia di finire come lui?

“Io la politica mai. La politica divide. Io la vita me la devo godere, mica voglio essere insultato per strada”.

 

Che mi dici di Lugano?

“Mi sembra di essere a casa mia, mi conoscono tutti. Pazzesco. Ci sono venuto qualche tempo fa per il week end e mi sono detto ok, casomai un giorno dovessi cambiare, c’è un posto dove andare. Non si direbbe, uno si immagina la Svizzera come un posto freddo. Lugano è particolare, ci puoi stare alla grande. Certo, per chi come me è nato sul mare, a Trieste, il lago è un’altra cosa. Ma potrei viverci, in futuro, per stare tranquillo. Mi sembra perfetta: vicina, comoda, assolutamente ordinata”.

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